alla problematica del mancato utilizzo dell'acqua per uso irriguo del “Lago Arancio” a causa dell’alga tossica.
Si sono rivolti al governo regionale, all’Azienda Sanitaria Provinciale, all’Arpa e al Consorzio di Bonifica Agrigento 3, oltre che a tutti i parlamentari regionali della provincia di Agrigento, affinché mettendo tutti gli enti competenti a confronto si individuino e vengano attuate le soluzioni necessarie a consentire la ripresa dell’irrigazione utilizzando l’importante risorsa del Lago Arancio. La problematica si trascina dall’estate scorsa, il perdurare del periodo di siccità sta arrecando gravissimi danni all’intero settore agricolo nei territori di Menfi, Sambuca di Sicilia, S. Margherita Belìce e Sciacca, e, in particolare, alle colture ortive e agrumicole, attualmente in piena fase produttiva.
Tra l’altro, il perdurare di questa situazione rischia di compromettere seriamente anche la programmazione dell’impianto delle colture orticole a ciclo primaverile/estivo (per le quali già si sta provvedendo ad effettuare le prime operazioni preparatorie), e per le colture poliennali che potrebbero subire gravi danni a causa di una eventuale mancata irrigazione durante la stagione estiva/autunnale.
E’ urgente intervenire per evitare ulteriori gravi danni economici al settore agricolo del comprensorio, dicono i sindaci di Sciacca, Menfi, Sambuca e Santa Margherita preoccupati anche delle conseguenze di ordine sociale. Già da giorni gli agricoltori protestano e si temono iniziative ancora più eclatanti. Secondo i sindaci è necessario costitutuire un Tavolo Tecnico, che registri la presenza di tutti gli enti interessati per arrivare alla soluzione della problematica “Lago Arancio”:
Sulla vicenda è oggi intervenuto il capogruppo della DC all’ARS Carmelo Pace. Gli agricoltori e gli allevatori dei Comuni della Valle del Belìce sono, ormai da mesi, in ginocchio per l'impossibilità di approvvigionarsi dell’acqua del lago Arancio, attualmente dichiarata ‘inquinata’ a causa della presenza dell’alga rossa, situazione aggravata dalla scarsa stagione piovosa che si sta registrando, ha dichiarato Pace, ritenendo che sia arrivato il momento che la Regione e l'assessore all'Energia e Servizi di pubblica utilità assumano interventi risolutivi senza ulteriori indugi, con controlli e monitoraggi estesi e frequenti alle acque che defluiscono nel bacino artificiale. C’è da stabilire con certezza cosa provoca l’inquinamento e porvi rimedio perché a distanza di un anno, dichiara il capogruppo della DC, non è possibile che subire le conseguenze siano gli agricoltori per atti a loro non imputabili.