che il dottore Santangelo ha intenzione di lasciare il reparto di oncologia dell'ospedale di Sciacca, mi è crollato il mondo".
È così che inizia una lettera aperta di un paziente oncologico, regolarmente verificato e accreditato dalla nostra testata giornalistica, che ne conosce l'identità e ne rispetta la richiesta di anonimato. Si domanda, chi ci ha scritto, se il reparto continuerà a curare i pazienti, se costoro troveranno sempre lo stesso ambiente familiare, se lui stesso riuscirà a proseguire la chemioterapia con la stessa voglia, e se (nel caso in cui il reparto di Sciacca chiudesse) riuscirebbe ad affrontare il viaggio presso un'altra città.
Scrive ancora il paziente: "Sono in cura da due anni presso il reparto di oncologia di Sciacca e grazie alle figure sanitarie presenti, la mia speranza di guarigione e il desiderio di un domani migliore crescono sempre di più. Oltre alla professionalità. tutto il personale (compresi i medici oncologici che vengo applicati giornalmente), ci trasmette amore, pazienza e serenità: elementi che per noi malati oncologici rappresentano la sopravvivenza".
A proposito del dottore Santangelo viene fatto notare che costui svolge un ruolo fondamentale, facendolo con anima e cuore, con quella sensibilità che lo contraddistingue nel dialogare e curare il paziente al punto da non fargli pesare la malattia. Doti professionali e umane del dottore Domenico Santangelo riconosciute da tutti i pazienti oncologici del reparto di Sciacca. "Non è facile - scrive ancora il paziente - gestire un reparto oncologico con un personale ridimensionato. Tuttavia, lui, con la voglia di curare i suoi pazienti, anche con sacrifici riesce a gestire tutto. Tutti noi speriamo - aggiunge - che il buon Dio illumini il dottore Santangelo affinché continui a dirigere il reparto di oncologia di Sciacca, perché con esperienza e professionalità lui assicura il rispetto dell'essere umano nella sua condizione più fragile. Inoltre - conclude la persona che ha scritto la lettera - chiedo sempre al buon Dio che gli organi di competenza riescano a potenziare il reparto oncologico di Sciacca, ponendo fine al disagio che si è creato negli ultimi tempi, assicurando la serenità lavorativa a tutto il personale sanitario del reparto oncologico di Sciacca e garantendo a tutti noi malati oncologici di affrontare la nostra battaglia con dignità".
Una testimonianza significativa che non fa altro che confermare, con la fragilità di persone con patologie importanti, quanto la situazione sia delicata. Da quello che si apprende l'Asp sta provando a convincere il dottore Santangelo a desistere dalla sua intenzione di andare via. Di fatto accetterà un incarico a tempo determinato, e l'Asp di Trapani (sua destinazione) sarebbe disponibile a destinarlo all'ospedale di Castelvetrano, proprio per provare ad alleviare i disagi dei pazienti tuttora in cura all'ospedale di Sciacca. La situazione generale continua a non essere incoraggiante. Si sa che nei giorni scorsi l'Ortopedia, o ciò che può definirsi un reparto che garantisce interventi con chirurghi ortopedici provenienti da un altro ospedale e un altro medico che è stato richiamato dalla pensione, ha dovuto dimettere tutti i degenti perché, a quanto pare, la convenzione con il Civico al momento si è esaurita. La Medicina, che come è noto garantisce dei posti letto anche a Ribera, con due reparti doppione, al momento è in sovrannumero di ricoveri. E a Palermo intanto la discussione tra i partiti politici continua ad essere improntata sulle nomine dei manager. Perché è così che va il mondo. E se un ospedale non funziona, non basta rispondere che non è solo quello di Sciacca quello in difficoltà. Perché è una magra consolazione, per quello di Sciacca e per gli altri che non funzionano.