eletta nella nostra provincia che preceda la manifestazione di piazza programmata per il prossimo 6 di marzo, in occasione del tristissimo nono anniversario della decisione del governo della Regione di chiudere gli impianti termali. A proporlo ieri in aula è stato il sindaco Fabio Termine, il quale ha precisato di avere concordato questa proposta con il presidente del consiglio comunale Ignazio Messina. La seduta di ieri sera si è aperta nuovamente con le comunicazioni relative alla vertenza termale, ancora una volta in un clima di sostanziale concordia tra gli schieramenti politici, all'interno di un dibattito che ha avuto come punto di riferimento le sollecitazioni del Comitato civico Patrimonio Termale.
Sullo sfondo rimane la questione dell'ennesimo oblio calato a Palermo, malgrado gli impegni che eppure erano sembrati incoraggianti, assunti la scorsa estate dall'assessore regionale all'Economia Marco Falcone. Tutti i consiglieri intervenuti hanno manifestato pubblico apprezzamento per l'impegno del Comitato volto a tenere alta l'attenzione della comunità, annunciando anche che prenderanno parte alla manifestazione in programma il 6 marzo. Uno solo ha detto che non lo farà, è stato Giuseppe Catanzaro, che ancora una volta ha caratterizzato il suo intervento per una polemica con il deputato suo omonimo Michele Catanzaro, da lui accusato di essere più bravo a parlare in piazza che ad agire.
Al tempo stesso, da Calogero Bono a Ignazio Bivona, fino allo stesso presidente Ignazio Messina, è stato evidenziato che le manifestazioni di piazza da sole non sono sufficienti, che è comunque sempre necessario attribuire alla politica e al ruolo istituzionale la soluzione di un problema di questo tipo.
Una proposta di Filippo Bellanca, condivisa pubblicamente da Daniela Campione, è stata quella di organizzare al comune di Sciacca una seduta consiliare apposita alla presenza dell'assessore regionale Marco Falcone, del dirigente Silvio Cuffaro e dei parlamentari della provincia di Agrigento. "Su questo tema la Regione è sempre stata un muro di gomma" ha evidenziato il consigliere comunale. Anche se Calogero Bono ha evidenziato che spesso a Palermo le Terme sono passate in secondo piano non per cattiva volontà ma perché il governo è preso da tanti problemi. Daniela Campione ha evidenziato la necessità di creare una sorta di vertenza-tandem Ospedale e Terme, nel tentativo di risvegliare le coscienze della città. Fabio Leonte ha accusato la politica nel suo complesso, indipendentemente dagli schieramenti, di avere sempre impedito la risoluzione del problema, evidentemente per non avvantaggiare gli avversari.
Sul tema gli interventi sono stati diversi, tutti nella direzione di un sostegno il più possibile unitario. Oggi il Comitato civico Patrimonio Termale commenta i lavori consiliari di ieri sera, evidenziando come la politica istituzionale invocata da qualcuno in 9 anni non abbia fatto praticamente nulla. Ecco perché la mobilitazione popolare di piazza è l’unico strumento in possesso della comunità civile nei confronti di una politica regionale del tutto indifferente, da nove anni, alle sorti del termalismo regionale. "Quella del 6 marzo non sarà la solita “manifestazione”, così come più di qualche consigliere ha detto, ma un momento decisivo per capire se l’intera città di Sciacca, con il suo territorio, c’è o non c’è, se vuole avere voce in capitolo sul proprio futuro di città termale o al contrario proseguire sulla strada della più assoluta rassegnazione.