eppure non vedo la stessa indignazione diffusa anche su altre questioni, come Terme e Ospedale. Così parlò Alessandro Damiano, arcivescovo di Agrigento, durante un incontro che si è svolto ieri sera nella chiesa della Perriera, in uno dei momenti che stanno caratterizzando la sua visita pastorale in corso a Sciacca. Una riflessione che, senza generalizzare, visto che c'è gente che si sta impegnando con tutto il cuore nelle battaglie civiche, è comunque un pugno in faccia nei confronti di una comunità che, non lo si può negare, in effetti si attarda, e talvolta in modo 'peloso', in polemiche che, il più delle volte, si rivelano sterili.
Damiano si è soffermato sulle perplessità avanzate da chi non condivide la collocazione delle giornate carnevalesche all'interno del periodo di Quaresima. Scelta che naturalmente non condivide nemmeno l'uomo di chiesa, e ci mancherebbe altro. Non sorprenda la presa di posizione dell'arcivescovo. Stiamo parlando della stessa personalità che non ha esitato un solo momento dal raggiungere la protesta degli agricoltori in corso in località Gulfa, aprendo la porta alla santa messa all'aperto di ieri sera, nel corso della quale l'arciprete don Tonino Cilia ha esaltato la battaglia di allevatori e produttori, parlando non a caso di dignità.
Il tema del Carnevale che non può più svolgersi in centro storico continua a dividere la comunità. E non manca chi continua a a trasmettere surrettiziamente messaggi indefinibili, come se il trasferimento della manifestazione alla Perriera sia dipeso da un capriccio da parte di qualcuno, senza trascurare naturalmente la necessità che, considerato che la pubblica sicurezza non permette più le sfilate dei carri allegorici, in ogni caso in centro storico si organizzi qualche spettacolo collaterale. E questo è un tema che deve essere al centro della programmazione futura, al di là del tentativo non certo secondario di quest'anno di dire di sì allo spettacolo di Nanà e allo spettacolo itinerante di Daniele Marranca.
Tornando alla lezione dell'arcivescovo Damiano: ha ragione lui, l'indignazione a Sciacca è ad argomenti alterni. Eppure la storia cittadina è piena di coscienza civile, che è diversa da quella politica, perché la politica quello che dice quando è all'opposizione non è mai in grado di concretizzarla quando va al governo. Sarebbe sufficiente che le tifoserie lo capissero. Allora sì che potremmo parlare di riscatto civico. Ma questo è un altro argomento.