Lo dice oggi Salvatore Monte, ex assessore al Turismo del comune di Sciacca, che ammette di avere cambiato opinione sull'argomento, perché in passato non aveva nascosto la sua contrarietà a questa ipotesi, sostenendo invece una organizzazione pubblica.
Ad indurlo a modificare la propria opinione, stando a quanto dice oggi, sarebbe stata la nuova puntata di Vesper sul tema Carnevale in onda da ieri sulla nostra emittente. L'ex assessore ha scritto una lettera indirizzata al conduttore della trasmissione Massimo D'Antoni, che pubblichiamo integralmente sul nostro sito rmk.it.
"In passato - osserva Monte - temevo la creazione di un vero “carrozzone”, ma oggi credo che la Fondazione di partecipazione (idea lanciata da Filippo Bellanca) possa essere un fenomeno in grado di garantire da una parte la gestione e il coordinamento tipici degli enti pubblici, dall’altra l’efficienza e l’efficacia del privato, con una collaborazione nell'interesse pubblico.
Di seguito la versione integrale della lettera di Salvatore Monte.
Alla cortese Attenzione del Dott. Massimo D’Antoni
E p.c.
Agli organi di stampa
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Gentile Dott. D’Antoni,
ho visto la nuova puntata del suo interessante programma televisivo. La tematica del Carnevale, a me tanto cara, mi spinge ad alcune riflessioni. Premesso che il successo di un’edizione è un ottimo risultato per il buon nome della nostra città e del suo carnevale. Detto questo credo sia arrivato il momento di una ulteriore “evoluzione della festa”. Nel corso degli anni, lo ricorderà sicuramente, sono stato sempre restio davanti all’ipotesi di costituzione di una fondazione. L’idea di una struttura ampia e complessa, sempre in parte a carico del Comune, non mi ispirava. Ecco perché, andando contro tutto e tutti, avviammo con l’Amministrazione Di Paola, un nuovo corso che prevedeva il coinvolgimento di soggetti privati. In Primis fu la vituperata pro loco che il sottoscritto fondò, insieme ad altri soggetti tuttora presenti e che lasciai definitivamente dopo aver ricevuto la designazione ad Assessore nel 2012 - (Ad oggi non ne sono più membro e sto valutando l’ipotesi di presentare istanza di iscrizione). Fu la pro loco a supportare alcuni servizi legati all’organizzazione in cambio di spazi pubblicitari e ricerca di sponsor. Poi fu la volta dei napoletani, criticati in maniera forse esagerata. Poi si unirono collaborazioni diverse come ad esempio la Pro loco, la Elleelleeventi e l’Avis di Sciacca. Poi nel corso degli anni, dopo il mio mandato, le associazioni lasciarono spazio alle società come la “Scirocco” e poi la “Futuris” e poi, dopo anni bui e complessi, arrivò la Meridiana e poi, ancora, la “Futuris”. Oggi siamo davanti ad un bivio. Evolverci o rimanere nel guado auspicando, di anno in anno, nuove formule gestionali per il privato. Io ammetto di non averci visto lungo negli anni passati, preferendo di fatto una gestione comunale, con il supporto dei privati, anziché creare un nuovo organismo capace di gestire ed essere competitivo nella gestione della kermesse. In realtà, occorre ammetterlo, temevo la creazione di un vero “carrozzone” (tanto per essere in tema). Ecco perché oggi, dopo aver visto la trasmissione da Lei egregiamente condotta, sposo l’idea, emersa in puntata, della creazione di una Fondazione di partecipazione. La fondazione di partecipazione è un fenomeno ibrido nato dalla necessità di avere da una parte la gestione e il coordinamento tipici degli enti pubblici, dall’altra l’efficienza e l’efficacia del privato. In sintesi, si tratta di una collaborazione tra gli enti pubblici e le strutture private per fini di interesse pubblico. Si tratta di un fenomeno articolato e in continua evoluzione che può coinvolgere qualsiasi tipo di istituzione pubblica o privata, comprese associazioni e cooperative. Dunque, è un concetto a metà tra la fondazione classica e l’associazione. La fondazione di partecipazione non è istituita da un unico soggetto, il fondatore, bensì si tratta della collaborazione di più enti che condividono gli stessi obiettivi. Si tratta di un mezzo operativo “ibrido”, che alla base ha sì elementi tipici della fondazione tradizionale, ma anche dell’associazione.
In sintesi, questo tipo di fondazione persegue anch’essa un obiettivo senza scopo di lucro con alla base un patrimonio che ne supporti i costi, il cui ammontare viene fissato nell’atto costitutivo, ma in questo caso i fondatori partecipano attivamente alle decisioni e alla gestione della fondazione stessa, cosa tipica dell’associazione. Nel caso della fondazione, il "peso" dei partecipanti alla gestione può essere comunque diversificato. Il modello giuridico è aperto, nato per raggiungere diversi scopi tramite la collaborazione tra pubblici, privati e volontari cittadini, che diventano così elementi attivi della fondazione stessa.
Questo tipo di fondazione viene utilizzato soprattutto dagli enti pubblici per realizzare progetti e iniziative volti al benessere della collettività, come ad esempio attività sociali e di assistenza, attività culturali, scientifiche e di volontariato. Si tratta dunque di un valido strumento per coinvolgere privati e incanalare risorse per fini di pubblica utilità.
La fondazione di partecipazione può essere considerata come ente del Terzo Settore. Questo tipo di fondazione coinvolge più soggetti giuridici, enti pubblici e organizzazioni private.
Successivamente alla costituzione, possono aderire altri soggetti a mano a mano, permettendo la compresenza di enti pubblici territoriali o privati, anche in momenti diversi.
È la partecipazione del pubblico e del privato per il raggiungimento di scopi di interesse generale: sempre più spesso partecipano oggi aziende, enti pubblici ed organizzazioni senza scopo di lucro. Di conseguenza, può essere annoverata tra gli enti del Terzo Settore. Una soluzione che, dunque, coinvolge e rende partecipi tutti gli attori di questo nuovo modello di fondazione. Invito la politica, nella sua piena rappresentanza presente in consiglio comunale, a dare seguito a questa possibilità. Il futuro, sempre a braccetto tra pubblico e privato, è davanti a noi. Ancora più dignità alle maestranze prevedendo l’ingresso in fondazione di tutte le Associazioni culturali che allestiscono i carri allegorici e, perché no, la ghiotta possibilità di coinvolgere un folto numero di realtà territoriali che possano, con l’occasione, riportare la nostra città al centro e a guida di un ampio territorio e non il fanalino di coda di una intera provincia.
Dr. Salvatore Monte
Ex Assessore al Turismo della città di Sciacca
(2012/2017)