è stato sugli stati di agitazione di questi comparti produttivi che ieri sera il consiglio comunale di Sciacca ha approvato all'unanimità due documenti di solidarietà e di sostegno. Approvazioni avvenute in un clima di condivisione reciproca. In aula era presente anche una delegazione di lavoratori interessati dalle proteste in corso da settimane. Per quanto riguarda produttori agricoli e allevatori, consiglio ed amministrazione si sono impegnati a richiedere l'audizione di una delegazione di rappresentanti del settore presso le commissioni parlamentari Agricoltura a Palermo e a Roma. Il documento approvato, letto in aula dall'assessore Francesco Dimino, elenca tutti gli interventi richiesti dal comparto, in una crisi senza precedenti che rende incerto il futuro di imprese e lavoratori, con le giovani generazioni costrette ad emigrare.
Il catalogo è quello ormai a tutti noto: dalle critiche alla gestione del settore produttivo da parte dell'Unione Europea alla concorrenza dei prodotti provenienti da paesi che non hanno i limiti imposti da Bruxelles; dal lavoro sottopagato alla burocrazia soffocante. E ancora: le politiche in favore delle energie alternative non tengono conto dell'utilizzo di superfici sottratte ai produttori, la pressione fiscale, i danni dagli eventi meteorici, le campagne irrigue sempre più complicate (per le nostre zone è tuttora irrisolta la questione del lago Arancio). Il documento contiene la richiesta agli enti preposti di istituire tavoli di confronto dove si assumano scelte, programmi ed iniziative concrete in favore del settore, andando incontro alle richieste di rappresentanti del settore agricolo e zootecnico, a partire dalla necessità di dichiarare uno stato di calamità naturale che dia risposte concrete.
Ad esporre poi il documento di sostegno al settore della pesca è stato il consigliere Calogero Bono. Anche questo documento fa espresso riferimento alle normative europee sempre più stringenti. Poi l'elenco delle criticità: dal caro gasolio, per la quale sarebbe necessario riattivare quanto meno il meccanismo del credito d'imposta, ad un sistema sanzionatorio considerato estremamente pesante anche per infrazioni non gravi. E inoltre: i fermi pesca da incassare da armatori e marinai, la riapertura dei tratti di mare chiusi, le normative europee insostenibili anche sulla questione delle dimensioni delle maglie delle reti da pesca, la concorrenza sleale (anche qui) del pesce di importazione da paesi non regolamentati come in Europa, il proliferare dei parchi eolici off-shore, che rischiano di togliere ulteriori spazi di pesca, le limitazioni nei trasferimenti di pescherecci da un piano di gestione all'altro, la mancata publicazione ad oggi del bando delle demolizioni. Anche per il settore della pesca il consiglio comunale ha espresso solidarietà impegnandosi, unitamente con l'amministrazione comunale, ad attivare canali di interlocuzione istituzionali al fine di spingere verso la soluzione dei tanti problemi che attanagliano il settore.