Lo prevede una convenzione tra il comune, la Regione Siciliana e il Parco Archeologico e paesaggistito della Valle dei Templi che è stata già approvata dalla giunta guidata da Fabio Termine. Intesa che fa seguito alla disponibilità di partenariato nella gestione di questi beni manifestata nello scorso mese di dicembre dal direttore del Parco e che dovrebbe finalmente garantire l’apertura e la fruizione del Museo Scaglione e del Museo del Mare che ormai da diversi anni è stato trasferito al complesso del Fazello.
Con la convenzione l’Ente Parco si impegna ad effettuare la manutenzione ordinarie e straordinaria degli immobili, delle collezioni e degli elementi di arredo in essi contenuti e a garantire la fruizione continua dell’offerta museale. Gestirà anche il ticket di ingresso alla Casa Museo Scaglione e ai locali del complesso Fazello, mantenendo il 70 % dell’introito mentre al comune di Sciacca andrà il restante 30%. Le utenze saranno a carico del Parco Archeologico che gestirà le strutture con proprio personale, mentre il comune dovrà garantire in aggiunta 2 unità lavorative. La convenzione prevede una durata di 5 anni, prorogata di altri 5, previo accordo tra le parti. E’ stata approvata dalla giunta la scorsa settimana, si attende analogo passaggio da parte del Parco Archeologico Valle dei Templi per l’avvio della nuova gestione. Una iniziativa che scaturisce dalla difficoltà del comune di Sciacca di garantire la fruizione, oltre alla manutenzione, della casa museo Scaglione e del Museo del Mare al complesso Fazello.
Emblematico anche l’esempio del Museo del Carnevale alla Perriera , perennemente chiuso ( fatta eccezione per i giorni della manifestazione) con conseguenze anche sul piano del degrado in cui lo spazio museale si trova assieme ai reperti della manifestazione.
Una città turistica che non riesce a valorizzare e tenere aperti i pochi musei di cui dispone mentre da decenni si attende la realizzazione del museo regionale al complesso di Santa Margherita, tra finanziamenti ottenuti in ritardo, lavori appaltati ma ancora non completati e una complessa vicenda legata alla proprietà dell’immobile (l’ASP di Agrigento) non ancora superata.