ricostruito e risollevato ancora una volta, come al tempo dei Greci, a ridosso del tempio di Zeus. E’ abusivo, è un obbrobrio senza piedi, è solo marketing, o, addirittura, una “operazione Frankenstein”. Il Telamone, di oltre 8 metri, appena inaugurato in presenza del governo regionale, divide tra coloro che plaudono all’iniziativa volta alla valorizzazione del patrimonio archeologico agrigentino, e altri che invece lo bocciano come una “mostruosità”, con conseguente spreco di denaro pubblico. Anche tra gli agrigentini non mancano opinioni divergenti. Tra le polemiche, ha provocato particolare scalpore un post apparso su facebook, e cancellato dopo poche ore, del museo archeologico nazionale di Venezia, in cui si è posto a confronto con sarcasmo il colosso siciliano con la statua romana di Marco Agrippa, ammiraglio dell’imperatore Augusto, custodita appunto a Venezia. Diatribe a parte, il Telamone ha già reso il suo enorme contributo in termini di presenze turistiche e visibilità in tutto il pianeta: dal giorno del suo “svelamento”, giovedì scorso, è stato ammirato, fotografato e filmato da circa 20 mila persone.