per le province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani. Contestualmente, si è proceduto alla nomina del segretario generale dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, Leonardo Santoro, a commissario. Avrà il compito di individuare e attuare tutte le misure necessarie per superare la fase più critica. In particolare, azioni finalizzate al risparmio idrico potabile, all’aumento delle risorse disponibili, e alla ricognizione e pianificazione degli interventi urgenti per il reperimento di risorse alternative a quelle attuali. Il provvedimento, previsto dalla legge regionale del 2020, si inserisce nel contesto delle condizioni di siccità persistente che ha ridotto la disponibilità di acqua negli invasi siciliani. Il 2023, infatti, è stato il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica di lungo periodo e anche i primi mesi di quest’anno, caratterizzati da temperature più alte e scarsità di piogge, hanno confermato questa tendenza. Una situazione che già lo scorso mese aveva portato il governo regionale a dichiarare lo stato di crisi idrica sia per il settore irriguo sia per la zootecnia. Nei giorni scorsi, inoltre, è stato definito un nuovo piano di razionamento delle risorse idriche, dopo quello scattatato ai primi di gennario, che riguarda in particolare 93 Comuni serviti da Siciliacque, compresi nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani, per un bacino di circa 850mila residenti. Le riduzioni della portata d'acqua sono comprese fra il 10% e il 45% a seconda degli acquedotti che alimentano i serbatoi comunali e riguardano in maniera significativa 15 centri del Nisseno e dell'Agrigentino che dipendono dal sistema Fanaco.