dall'Istat in Sicilia relativamente all'anno 2023. Un'emorragia che sembra non riuscire ad arrestarsi e registrata fino al 31 gennaio. L'emigrazione è determinata, soprattutto, dalla disoccupazione, quindi dalla mancanza di lavoro, mentre a tamponare l'emergenza demografica vi è la presenza di oltre 200mila stranieri senza i quali i dati, anche economici, sarebbero ancora più drammatici.
Disoccupazione da un lato, ma anche costante calo delle nascite dall'altro. Da alcuni anni consecutivi a questa parte le nascite sono sempre di meno rispetto alle morti con conseguente diminuzione della popolazione residente. Il deficit sulle nascite riguarda un po' tutte le province, a parte quelle di Ragusa e Catania che registrano scarti decisamente più contenuti.
Per quanto riguarda, invece, l’aspettativa di vita, in Sicilia gli uomini sfiorano gli 80 anni, con alcune province dove il traguardo viene superato, mentre le donne mediamente arrivano oltre gli 83 anni e mezzo. Nonostante negli ultimi anni si stia registrando una inversione di tendenza e si guardi con maggiore interesse ai piccoli borghi e alle loro potenzialità, secondo l'Istat, il maggiore spopolamento si verifica proprio nelle aree interne, soprattutto a causa del progressimo invecchiamento della popolazione.
Resistono grandi città e zone costiere che finiscono per offrire servizi maggiori e migliori. Il tasso migratorio più incisivo si registra in provincia di Caltanissetta, seguito in classifica dalle provincie di Enna e Agrigento, mentre le flessioni sono più lievi nelle altre province. Si emigra, in particolar modo, verso il centro e il nord Italia. Minore l'emigrazione verso l'estero. Se si allarga la forbice all'intero sud Italia, complessivamente il calo della popolazione nelle aree interne del Mezzogiorno ha interessato addirittura quattro Comuni su cinque.