ridurre considerevolmente l’erogazione idrica. Le associazioni degli albergatori sono in allarme per una stagione turistica che è partita alla grande nel periodo pasquale, ma rischia di subire forti contraccolpi e cancellazioni nelle prenotazioni. L’agricoltura dell’isola, già alle prese con temperature sopra le medie e assenza di piogge per tutto l’inverno, teme che la carenza di risorse idriche negli invasi (con la necessità di assicurare l’acqua alla popolazione) si traduca nell’impossibilità di effettuare le fondamentali irrigazioni.
Ma c’è un altro comparto che è già fortemente danneggiato dalla siccità e dall’assenza di foraggio verde unito alla mancanza di scorte di fieno, è quello della zootecnia. A sollevare la questione sono i sindaci di San Giovanni Gemini e Cammarata, Dino Zimbardo e Giuseppe Mangiapane che chiedono misure di sostegno per gli allevatori.
Un quadro nero dell’agricoltura e della zootecnia in Sicilia è stato tracciato dallo stesso commissario per l’emergenza siccità nell’isola, Dario Cartabellotta, ed è stato allegato alla richiesta di stato di emergenza nazionale trasmessa a Roma nei giorni scorsi. Tre gli scenari ipotizzati, con tre diversi colori. Il primo di colore giallo, ottimistico, prevede comunque una perdita del prodotto del 30% , ma solo nel caso in cui ad aprile e maggio la piovosità sarà talmente abbondante da ricostituire le riserve idriche. Con il secondo di colore arancione ( nel caso in cui le piogge ci saranno, ma non saranno sufficienti a ricostituire i bacini) le perdite raggiungeranno il 50% consentendo comunque alle colture di terminare il ciclo.
Con il terzo scenario di colore rosso (quello purtroppo più realistico di persistenza della siccità), la situazione sarebbe disastrosa, con stime di perdite superiori all’80%, compromissione delle colture permanenti e moria diffusa del bestiame con relative problematiche di ordine sanitario.