Questa la stima del presidente della Regione Nello Musumeci, che ha annunciato la decisione di abolire gli ISTITUTI AUTONOMI CASE POPOLARI. Iacp che ormai sono delle vere e proprie “scatole vuote”, senza potere ma con un apparato di uffici e personale cresciuto, secondo le considerazioni del Governatore, nell'ambito del nutrimento del clientelismo politico. Una decisione che appare sacrosanta, quella di sopprimere gli istituti case popolari. Sono almeno 25 anni, per dire, che il territorio comunale di Sciacca non vede l'insediamento di un nuovo cantiere per la costruzione di nuovi alloggi. Gli ultimi furono quelli di contrada Ferraro, consegnati peraltro un bel po' di tempo dopo. A consegnare le chiavi agli assegnatari sarebbe stato l'allora sindaco Ignazio Cucchiara. Poi il buio più assoluto. Eppure non manca certo l'emergenza abitativa da queste parti. Ma lo IACP di Agrigento non ha più bandito alcun appalto. Non solo: non ha avuto più i soldi necessari per effettuare neanche le manutenzioni presso gli alloggi pericolanti. E di casi qui se ne sono verificati a bizzeffe, soprattutto tra via Acerra e il villaggio Pescatori. Le ultime novità provenienti dal mondo dell'Istituto di cui vi abbiamo parlato hanno riguardato le lentezze burocratiche nel via ai lavori di demolizione e rifacimento degli alloggi popolari di Largo Martiri di via Fani a Ribera. Intanto sono disponibili i denari europei per nuove case popolari. Poco più di cinque milioni sono destinati alla provincia di Agrigento e, segnatamente, oltre al capoluogo anche a Sciacca, Canicattì, Licata e Porto Empedocle. Occasione già definita utile dalla CGIL di Agrigento. Ma con la chiusura dello IACP, a chi passano le competenze? Musumeci ha già indicato le ex province, quelle che dovevano essere abolite ma che hanno solo cambiato nome. Sperando che la stessa cosa non accada con gli IACP.