all'ospedale "Giovanni Paolo II" di Sciacca. Il problema è tecnico. Serve infatti un pezzo di ricambio per l'angiografo. Pezzo di ricambio che, ad oggi, continua a non essere disponibile per lo strumento diagnostico. Naturalmente si sta lavorando per provare a superare questa grave criticità. Fatto sta che al momento i casi urgenti di patologie cardiache che necessitano di intervento in Emodinamica vengono dirottati al "San Giovanni di Dio" di Agrigento. Anche se è inevitabile immaginare che gli utenti preferiscano raggiungere piuttosto il "Vittorio Emanuele II" di Castelvetrano, dove da un anno circa è disponibile un servizio di Emodinamica. Una preferenza inevitabile per gli utenti, vista la distanza da Agrigento e, soprattutto, considerate le vie di collegamento stradale che, sicuramente, sono molto più agevoli in direzione provincia di Trapani che per il versante orientale dell'Agrigentino.
Questa criticità in Emodinamica a Sciacca è molto delicata, perché gli angiografi disponibili ufficialmente sarebbero due. Solo che una delle due sale dell'ospedale deputate agli interventi non funziona da almeno un paio d'anni. Conseguenza: non appena si verifica un problema nell'unica sala a disposizione, un ospedale come quello di Sciacca (non è superfluo ricordare ancora una volta che si tratterebbe di un Dea di primo livello) non è più improvvisamente in grado di fornire l'assistenza medica necessaria.
Il sindaco di Sciacca Fabio Termine al nostro Telegiornale parla di "questione grave, per la quale il vertice dell'Asp di Agrigento deve fornire immediatamente chiarimenti". Un problema tecnico può verificarsi, e d'altronde è trascorso meno di un anno dall'ultima volta. Ma ci risiamo nuovamente. La vicenda è grave soprattutto per l'indisponibilità perpetua della seconda sala. Siamo di fronte, evidentemente, all'ennesima dimostrazione di come sia sempre più complicato per la sanità pubblica farsi trovare pronta a fronteggiare le necessità dei pazienti.