è questo il tipo di linguaggio attorno al quale si sta acuendo lo scontro tra fazioni politiche a Menfi. Il recente via libera al dissesto finanziario ha innervosito tutti. E dopo il botta e risposta tra Marilena Mauceri e Vito Clemente sulle presunte responsabilità di quanto accaduto, e a seguito della presa di posizione del gruppo consiliare "92013", che ha accusato i dirimpettai di "Verso Menfi" di atteggiamento poco istituzionale sul voto finale, i consiglieri che alle elezioni amministrative di un anno fa avevano sostenuto la candidatura a sindaco di Ludovico Viviani nelle scorse ore hanno detto la loro, parlando di tentativi definiti "malriusciti e beceri" di distogliere lo sguardo da quello che è più importante. Il gruppo di opposizione alla giunta in realtà è maggioritario in aula. Gruppo consiliare 92013 a cui viene rinfacciato di avere preferito rimanere in silenzio durante i lavori consiliari per poi rimandare la discussione sui social. Se la polemica è montata sul rischio scioglimento del consiglio comunale in caso di mancata approvazione del dissesto, Verso Menfi respinge e ribalta agli avversari l'ipotesi di avere agito (tra uscite dall'aula e astensione di chi è rimasto) per un presunto attaccamento alle poltrone. Vengono ipotizzate, dentro il gruppo che sostiene Vito Clemente, presunte faide interne e tradimenti. Poi l'attacco più importante a chi, in campagna elettorale - viene fatto notare - aveva promesso e rassicurato la città di avere le soluzioni pronte per uscire da questo pantano senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini e con un piano di riequilibrio pluriennale, garantendo pure concorsi per nuove assunzioni. "Intanto vinciamo e poi si vede", è l'impostazione che, secondo "Verso Menfi", avrebbe caratterizzato l'azione di quelli di "92013". L'occasione è utile a "Verso Menfi" per parlare di programma elettorale fallimentare, di etica tradita e di contraddizioni, perché se da un lato si inneggia alla collaborazione per il bene comune poi si alimenta odio ricercando consensi.