i lavori effettuati nell’ambito dell’ultimo finanziamento stanziato dal governo regionale per la struttura. Lavori la cui conclusione era prevista per il gennaio del 2023.
Un finanziamento da 1 milione e 300 mila euro della Regione, il cui progetto è stato curato dal Genio Civile di Agrigento, per permettere di riaprire al pubblico la sala principale di 818 posti e per il ripristino funzionale della saletta da circa 80 posti, oltre al nuovo allacciamento alla rete fognaria e al ripristino degli impianti elettrici e idrici ormai da tempo in stato di abbandono.
Progetto che sta arrivando finalmente alla conclusione, ma sulla cui utilità oggi torna ad esprimere non pochi dubbi l’ex assessore ed operatore culturale Salvatore Monte. La posizione è drastica, Monte ritiene che il finanziamento di oltre un milione di euro ha una funzionalità pari allo zero, soprattutto in relazione alla realizzazione della nuova sala da 100 posti nell’edificio C del Teatro Popolare di Sciacca. Ho avuto modo di vedere questa nuova saletta, dice, sprovvista di comode sedute (ci sono solo le gradinate) e che, da voci di corridoio, dovrebbe essere destinata a piccole manifestazioni culturali. L’idea, risalente ad anni fa, è stata concepita per ridare vita ad una saletta che nel progetto originario di Samonà sarebbe stata destinata alla stampa. La nuova sala è quasi completa e sarà isolata dal resto del teatro al fine di essere totalmente indipendente. Da operatore teatrale Monte ritiene aberrante non aver investito questi soldi per l’ampliamento del palcoscenico della sala principale, posto che invece in città non mancano le piccole sale da destinare a eventi culturali. Sicuramente, aggiunge l’ex assessore, non è una sala destinata agli operatori teatrali in quanto non è minimamente armata per ospitare anche piccoli spettacoli teatrali che includano scenografie, seppure ben fatta sotto il profilo degli impianti e dei materiali. Le priorità dovevano essere altre, secondo Monte, rispetto ad una nuova sala da 80 posti all’interno del teatro Samonà considerata la disponibilità in città di locali, come quelli della Badia Grande, della Sala Blasco, Chiesa della Raccomandata, circoli ricreativi e saloni parrocchiali che hanno ampiamente dimostrato di poter ospitare manifestazioni culturali di media capienza.