e da cui attingere e distribuire alla popolazione almeno ulteriori 50 litri di acqua al secondo tra i progetti contenuti nel dossier che Palazzo d'Orleans nelle scorse ore ha trasmesso al governo di Roma per ottenere il risconoscimento (e, evidentemente gli stanziamenti) dello stato di emergenza nazionale. Lo pubblica il quotidiano "La Sicilia" di Catania in edicola oggi in un articolo firmato da Giuseppe Recca. Questo intervento, di cui si parla da anni, sin dal mandato amministrativo di Francesca Valenti, ha bisogno di mezzo milione di euro per potere essere realizzato. Acqua che naturalmente rientrerà nella disponibilità complessiva per l'intero territorio della provincia di Agrigento, nel segno di quel principio solidaristico che è alla base stessa del funzionamento dell'Ati.
Ulteriori investimenti sono previsti anche per una nuova sorgente a Cammarata. La situazione continua a preoccupare le comunità. L'arrivo della stagione estiva è lo spauracchio principale in questa fase storica. I turni di erogazione hanno già subito una consistente dilatazione, ma si temono ulteriori peggioramenti alla luce della situazione attuale. Le piogge dei giorni scorsi non possono certamente avere fornito il contributo sperato nell'implementazione degli invasi, reduci da una annata a dir poco siccitosa. L'intervento a Grattavoli punta a ripristinare il funzionamento di tutti i tre pozzi storici. Uno è diventato inutilizzabile da tempo. È in corso una procedura negoziata da parte di Aica per individuare la ditta che dovrà trivellare il terzo pozzo. Questa vicenda è la conferma che il territorio di Sciacca ha da sempre una disponibilità idrica significativa. Ma niente è eterno, perfino la risorsa naturale più importante per l'umanità non è un pozzo senza fondo.
Al momento la situazione tutto sommato appare sotto controllo. Qualche patema lo si è attraversato nei giorni scorsi per la disponibilità di acqua del complesso alberghiero di Sciaccamare. Gli attingimenti da parte delle autobotti private hanno rischiato di lasciare gli alberghi a secco. Ma d'altra parte anche i titolari delle ditte che riforniscono con le autobotti stanno scontando come tutti i problemi di acqua. Non dimenticando che l'acqua di Sovareto-Sitas serve anche a rifornire (e quelli hanno giustamente la priorità) Vigili del fuoco, Protezione civile e istituto penitenziario. Le numerose perdite idriche fanno a pugni con la crisi attuale. Da un lato l'erogazione avviene inevitabilmente a singhiozzo e i cittadini sono costretti ad un uso il più possibile parsimonioso dell'acqua, dall'altro il prezioso liquido si disperde impietosamente. Colpa di una rete idrica vecchissima, che alla prima pressione evidenzia tutte le sue falle. In prospettiva questo problema sarà superato con il rifacimento di tutte le tubazioni, cosa per la quale sono disponibili 30 milioni di euro, si attende solo il via libera definitivo da parte della Regione siciliana. Ma nel frattempo bisogna fare i conti con la dura realtà. Che è anche quella che vede tuttora in piedi il braccio di ferro tra Fabio Termine e i sindaci dei comuni dell'Agrigentino (alla cui popolazione arriva evidentemente anche l'acqua saccense) che nei confronti dell'Azienda Idrica Comuni Agrigentini continuano ad essere inadempienti, sia per quanto riguarda la quota di capitale sociale, sia per quanto riguarda quella del celebre e discusso prestito ponte della Regione. Al momento la priorità è quella del sostentamento idrico della popolazione, ma il sindaco di Sciacca, che più di una volta si è lamentato pubblicamente della situazione, vuole conto e ragione di una condizione effettivamente inaccettabile.
Intanto come si diceva il governo siciliano ha trasmesso a Roma tutta la documentazione necessaria per ottenere la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per la siccità in Sicilia. Nel dossier, le soluzioni proposte dalla cabina di regia guidata dal presidente della Regione e coordinata dal capo della Protezione civile regionale per porre freno in tempi rapidi alla crisi dovuta alla mancanza di piogge. Si aspetta ora che il Consiglio dei ministri proceda con la dichiarazione dello stato di emergenza per la siccità, provvedimento atteso per la settimana prossima insieme allo stanziamento delle prime somme per gli interventi più urgenti. Il gruppo di lavoro, impegnato anche in questi giorni in continue riunioni, ha individuato gli interventi necessari, differenziati a seconda dei tempi di realizzazione. Tra quelli di rapida attuazione, l'acquisto di nuove autobotti per i comuni siciliani in crisi, la rigenerazione dei pozzi e delle sorgenti e il ripristino di quelli abbandonati, il potenziamento degli impianti di pompaggio e delle condotte esistenti, la realizzazione di nuove condotte di bypass. Per i prossimi mesi, invece, si sta valutando la ristrutturazione e il riavvio del dissalatore di Porto Empedocle, nell'Agrigentino, e di uno dei due tra quelli di Trapani e Gela, operazione che richiederà tempi e procedure di gara più lunghe. Intanto, il dipartimento regionale di Protezione civile ha istituito nove tavoli tecnici al Genio civile dei capoluoghi di ogni provincia con rappresentanti del dipartimento delle Acque, dei Consorzi di bonifica, e dell'Autorità di bacino. Ne sono scaturite numerose proposte di interventi urgenti, passate al vaglio della cabina di regia. Inoltre, diverse riunioni sono state svolte con Siciliacque, Aica Agrigento, Caltacque e Acque Enna.