relativamente ai rischi di incendio. I colori, arancione o rosso, a seconda dei livelli di allerta, rischiano di accompagnare i siciliani per tutta l'estate e faranno il paio con l'altra grande crisi, quella idrica, per usi irrigui e per usi potabili. Per la giornata di oggi, il Dipartimento guidato da Salvo Cocina, ha esteso il rischio di incendi e di ondate di calore su tutte le nove province siciliane attribuendo a tutte lo stesso grado di rischio. Intanto, da qualche giorno, ha preso ufficialmente il via la campagna antincendio promossa dalla Regione Siciliana, che è iniziata il 15 maggio e terminerà il prossimo 31 ottobre, una campagna che, rispetto al solito, è stata persino anticipata. Lo scorso anno, ad esempio, era cominciata ai primi di giugno.
A stabilirlo un decreto a firma dell'assessora regionale al ramo Elena Pagana che ha esteso a cinque mesi e mezzo la macchina organizzativa che si pone l'obiettivo di contrastare i roghi estivi. L'obiettivo regionale è quello di avere uomini e mezzi disponibili per un periodo più ampio posto che, di anno in anno, l'estate in Sicilia sembra allungarsi sempre di più con tutto quello che ne consegue a livello di cambiamenti climatici, siccità e desertificazione del territorio.
La Regione Siciliana fa sapere come stia provando ad unificare le esigenze della Protezione Civile e del Corpo Forestale fornendo a questi enti più mezzi per i sistemi di monitoraggio e prevenzione come l'ausilio, ad esempio, di droni specifici per l'individuazione di piromani e criminali. E' stata già aggiudicata la gara per il noleggio di 10 elicotteri leggeri e, a breve, dovrebbe concludersi anche quella per i mezzi pesanti. Inoltre la Protezione Civile ha formato 532 volontari in più, che vanno ad aggiungersi agli altri, e che sono specializzati nell'estinzione dei focolai.
Tutti i Comuni, infine, stanno emanando delle ordinanze antincendio con i comportamenti sociali da tenere per evitare di mettere a rischio l'incolumità pubblica. Insomma, le stagioni, con la loro temporalità, per come eravamo abituate a pensarle una volta, non esistono più e occorre adeguarsi ai mutamenti in atto.