comune alle prese con problemi di carenze idriche anche da prima dell'attuale situazione di emergenza. Un problema che anche qui si sta avvertendo in maniera ancor più drammatica negli ultimi giorni che coincidono con l'arrivo di temperature ormai quasi estive un pò ovunque e che preoccupa ancor di più guardando ai prossimi mesi. Anche ad Agrigento, inoltre, succede che tanta acqua si disperde a causa delle troppe rotture alla rete idrica. Una vicenda su cui oggi prende posizione il circolo "Vittoria Giunti" del Partito Democratico con il segretario Nino Cuffaro. La penuria d'acqua e la distribuzione idrica per poche ore la settimana è stata sempre una caratteristica di Agrigento, fa notare il Pd, ma negli ultimi mesi la situazione si è aggravata e peggiora di giorno in giorno: il periodo dei turni si allunga e diminuisce il tempo di erogazione; qualche volta, poi, il turno salta e in alcuni quartieri si rischia di aspettare anche due settimane prima di avere l’acqua nelle proprie case. Non osiamo pensare, continua il Partito Democratico, a quello che potrà succedere nei mesi estivi, con la calura e i bacini idrici al di sotto della metà della loro capienza abituale. I cittadini sono esasperati e c'è anche il rischio concreto che nei prossimi mesi diverse attività commerciali debbano chiudere per mancanza di acqua. I motivi della carenza idrica, per il circolo del Pd di Agrigento, non sono legati soltanto al cambiamento climatico che ha portato negli ultimi anni al continuo aumento delle temperature e a precipitazioni sempre più scarse. C’entrano anche e soprattutto ataviche incapacità amministrative che hanno creato una situazione insostenibile, come per esempio i 61 progetti idrici della Regione bocciati lo scorso anno perché non conformi ai bandi del PNRR. Inoltre, le reti colabrodo della città disperdono oltre il 50% dell’acqua immessa. Uno spreco enorme che non può essere tollerato, le riparazioni tardano, l’acqua si disperde e la nuova rete idrica cittadina, di cui si parla dal 2007 è andata in fumo per la perdita del finanziamento di 44 milioni dovuta al mancato rispetto dei termini di utilizzo. L’evento Capitale italiana della cultura del 2025, conclude il Partito Democratico, rischia di mostrare al mondo una città con un livello di servizi da terzo mondo.