Avrebbe usato per fini personali l'auto che gli era stata assegnata per svolgere le funzioni istituzionali. A Miccichè, inoltre, i magistrati contestano di aver confermato le false missioni di servizio dichiarate da Maurizio Messina, dipendente Ars che gli faceva da autista. Una truffa che avrebbe portato nelle tasche di Messina indennità non dovute per 10.736 euro. Secondo il Gip che ha disposto la misura cautelare Gianfranco Miccichè avrebbe avuto una gestione arbitraria e del tutto personalistica dell'auto blu e avrebbe chiesto al suo autista, dipendente dell'Ars, di svolgere diverse mansioni private, rimanendo nella propria residenza di Cefalù (e dunque nemmeno salendo a bordo dell'autovettura). L’auto assegnata per svolgere funzioni istituzionali e l’autista sarebbero stati utilizzati per accompagnare collaboratori o familiari, per la spesa o altri acquisti, per visite mediche e per altre incombenze private tra Cefalù e Palermo.
Pare che lo stesso autista avesse espresso non poche perplessità rispetto all’uso e abuso dell’auto blu da parte di Miccichè, soprattutto dopo l’arresto per droga dello chef Mario di Ferro che aveva poi ammesso di avere ceduto cocaina, tra gli altri, al parlamentare ed ex presidente dell’Ars che a sua volta, di averla avuta dall’amico chef, titolare del ristorante Villa Zito dove Miccichè con l’auto blu si recava spesso.
Una ordinanza di divieto di dimora è stata eseguita dalla Guardia di Finanza anche nei confronti dell’autista Maurizio Messina, in questo caso per i comuni di Monreale e Palermo. 33 gli episodi di uso non istituzionale dell’autovettura che sono stati presi in considerazione dai magistrati. L’auto blu sarebbe stata utilizzata anche per portare il gatto dal veterinario, da Cefalù a Palermo.