compresa la marineria di Sciacca e le altre marinerie agrigentine. Sono ore di grande tensione e di trepidante attesa per gli operatori delle marinerie di tutta Italia su cui incombe la grave minaccia della sospensione degli sgravi contributivi nel settore pesca, un sistema contributivo in vigore da quasi 20 anni, introdotto per l'appunto dalla legge 30 del 27 febbraio 1998, la cui cancellazione rischierebbe di far chiudere molte aziende di pesca. Protesta che scaturisce dal contenuto della circolare Inail del 18 gennaio scorso che ha comunicato la sospensione di questo regime di sgravi in virtù di una decisione, ritenuta errata dalle marinerie, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che ne sostiene la presunta irregolarità rispetto alle norme comunitarie in materia di “aiuti di Stato”. Per affrontare la problematica, ieri sera a Sciacca, su iniziativa delle due cooperative di pesca, “Pescatori” e “Madonna del Soccorso”, si sono riunite le quattro marinerie agrigentine che hanno proclamato anch'esse lo stato di agitazione, in linea con ciò che sta avvenendo a livello nazionale. Diventa strategica la data del 16 febbraio prossimo, giorno in cui è prevista la prossima scadenza dei contributi Inail e Inps. Se entro quella data non arriveranno soluzioni da parte del governo nazionale, si passerà ad eclatanti manifestazioni di protesta. Un settore sempre più tartassato, tant'è che ieri sera molti operatori della pesca, durante l'incontro che si è svolto presso l'oratorio della chiesa di San Pietro, non hanno esitato a parlare di accanimento terapeutico nei confronti del comparto.