del Belice è passta da 2000 aziende che operavano su 400 ettari del 1984, alle attuali sessanta aziende su appena 200 ettari. Un dato indicativo di tanti aspetti, non soltanto di natura economica ma evidentemente anche sociale. Ma la risorsa dal punto di vista agroalimentare rimane un'eccellenza. Ed è in questo contesto che si inquadra la nomination internazionale ottenuta da EbioScart Go Fico, un progetto sulla valorizzazione degli scarti di ficodindia che ha avuto come capofila il Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia. E' stato infatti tra i finalisti ad Estoril, in Portogallo, nella cerimonia 'Eip AgriInnovation Awards’. A rappresentare la Sicilia sono stati l'innovation broker Carmelo Danzì con un video-contributo sintesi del progetto e il partner Giacomo Abruzzo, che ha ritirato la certificazione per la nomination del progetto.
EbiEbioScart è volto alla valorizzazione e al riutilizzo dei sottoprodotti e degli scarti delle produzioni siciliane di Opuntia Ficus-indica, il nome scientifico del ficodindia, anche con l'utilizzo di fonti di energie rinnovabili per una bioeconomia.
Le attività rientrano nella strategia dell'economia circolare di sostenibilità, con una misura del Psr-Sicilia 2014-2020 e si inseriscono nella filiera ficondindicola dei tre poli siciliani: Etna, Roccapalumba, Santa Margherita di Belice. Il progetto nasce dalla sfida che si sono intestati un gruppo di imprenditori agricoli che hanno intuito che i diversi prodotti che si possono ricavare dalla pianta di ficodindia possono conquistare sul mercato margini di guadagno veramente interessanti con trend crescenti sia nei quantitativi che nei guadagni.