E' la soluzione tampone, e contestualmente l'unica strada percorribile, che sarebbe stata individuata per scongiurare l'abolizione degli sgravi contributivi nel settore della pesca, prevista da una circolare Inail del 18 gennaio scorso. Sono queste le novità che provengono nell'ambito della vertenza delle marinerie italiane che hanno proclamato lo stato di agitazione contro la sospensione del sistema contributivo in materia di sicurezza introdotto vent'anni fa dalla legge 30. Si apre dunque uno spiraglio riguardo all'ennesima tegola che si è abbattuta sulla categoria e che ha visto anche la marineria di Sciacca, insieme a tutte le altre marinerie agrigentine, proclamare mercoledì sera lo stato di agitazione e aderire alla protesta avviata a livello nazionale. I tempi a disposizione sono risicati visto che il prossimo 16 febbraio è la data in cui è prevista la prima scadenza contributiva con il versamento dei contributi Inail e Inps, ed è il termine entro il quale le marinerie attendono una risposta da parte del governo nazionale, altrimenti si andrà allo sciopero generale con il conseguente blocco delle attività. Un sistema contributivo che caratterizza il settore della pesca da vent'anni, che viene rinnovato attraverso apposito finanziamento di anno in anno, e in assenza del quale molte aziende di pesca rischierebbero la chiusura. Il governo sta dunque provando a tamponare l'emergenza, se ne saprà di più nei prossimi giorni. Nel frattempo permane lo stato di agitazione. Il deputato regionale saccense del Pd Michele Catanzaro intanto, ha chiesto al governo Musumeci di intervenire nelle sedi opportune a sostegno di un comparto fondamentale per l'economia siciliana. Catanzaro manifesta vicinanza ai pescatori siciliani, alle prese con una crisi del comparto causata da misure comunitarie spesso svantaggiose e che adesso potrebbe aggravarsi in caso di abolizione delle agevolazioni per i contributi previdenziali previste da anni, conclude il deputato saccense.