Determinante è stata la riunione che si è svolta ieri al Commissariato di P.S. di Sciacca nel corso della quale il dirigente Cesare Castelli ha ascoltato le rimostranze dei titolari delle ditte private che effettuano il servizio di trasporto acqua, legate alle condizioni dettate da Aica e che non sono condivise. Problematiche più volte evidenziate dagli interessati che riguardano un sistema ritenuto farraginoso e che allunga i tempi di espletamento del servizio. Aspetti che saranno chiariti nel corso di una riunione con il Prefetto Filippo Romano che è stata già programmata per domani pomeriggio, alla presenza del dirigente del Commissariato di Sciacca, del Questore, dei rappresentanti di Aica, del sindaco e, ovviamente, degli autobottisti. In attesa di definire e chiarire in ogni dettaglio le modalità e le regole che dovranno essere seguite per l'approvvigionamento sostitutivo tramite autobotti private, il Commissario Castelli ha chiesto e ottenuto la ripresa del servizio già da questa mattina.
Al serbatoio del Sovareto, peraltro, era presente l’addetto Aica che si occuperà di disciplinare le modalità per il riempimento delle autobotti e per la conseguente fornitura alle utente.
Aica ha dettato le regole, ma è necessario definire tutti gli aspetti del servizio con le ditte private e poi informare adeguatamente i cittadini che non possono e non debbono barcamenarsi tra richieste al gestore e ai privati per poter ricevere l’approvvigionamento sostitutivo.
Intanto, si svolgerà domani mattina la conferenza dei capigruppo convocata dal presidente del Consiglio Comunale Ignazio Messina su richiesta lunedì scorso dell’opposizione, alla presenza dei rappresentanti di Aica e dei titolari delle ditte di trasporto acqua. La giusta occasione per fare il punto anche sul continuo slittamento dei turni che sta lasciando a secco la città. L’acqua non viene erogata ogni tre giorni (come asserisce il gestore) perché puntualmente al terzo giorno subisce uno slittamento, di uno o due giorni. Per non dire che ci sono zone della città dove si arriva anche a 15- 20 giorni.
La situazione è critica in tutta la Sicilia, ma nell’agrigentino è drammatica.
Non a caso è al centro della cabina di regia di oggi pomeriggio, convocata dal Presidente della Regione Renato Schifani, con la presenza dell’assessore Roberto Di Mauro, del capo della Protezione civile Salvatore Cocina, del prefetto di Agrigento Filippo Romano ed i vertici di Aica e Consorzio di bonifica. Un vertice per esaminare la particolare condizione di crisi idrica nell’Agrigentino, valutare le azioni compiute finora e a programmare gli ulteriori interventi per mitigare l’emergenza in uno dei territori siciliani più colpiti dalla siccità. Dei primi 20 milioni di euro già stanziati dal governo nazionale, la Regione ha destinato ad Agrigento circa 6 milioni per pozzi e condutture.
Un intervento tardivo per il capogruppo del Pd all’Ars Michele Catanzaro che accusa i governi di centrodestra che da quasi 7 anni hanno in mano le sorti dell’Isola, di non aver saputo programmare un piano di emergenza immediato in caso di eventi calamitosi come la siccità.
“E' vero che gli invasi sono vuoti per la carenza di piogge – ha commentato il deputato saccense – ma è anche vero che solo oggi c'è una corsa affannosa a realizzare nuovi pozzi, a rimettere in funzione i dissalatori inutilizzati e in degrado da anni, mentre in provincia di Agrigento da decenni oltre il 50 per cento dell'acqua erogata si disperede a causa delle reti colabrodo. Adesso non c'è tempo – conclude Catanzaro -perchè si sta già prefigurando un gravissimo danno d'immagine per la Sicilia e per la provincia di Agrigento che con il titolo di Capitale della Cultura 2025 sperava in benefici e ricadute positive per il turismo, per l'agricoltura e per l'intero indotto.