a cominciare dal settore delle costruzioni. Una tematica che la Cgil torna a porre in una lettera inviata ai sindaci della provincia di Agrigento affinché vengano emanate delle ordinanze restrittive, che tengano conto dei rischi per la sicurezza dei lavoratori legati alle temperature elevate. Il sindacato ricorda, a tal proposito, il decreto legislativo del 2015 in materia di riconoscimento di cassa integrazione guadagni per eventi metereologici, quando si toccano i 35 gradi centigradi, in assenza di azioni organizzative in grado di mitigare il rischio all’interno dei cantieri, bisogna stoppare le attività lavorative.
Nel luglio del 2022, un intervento di Inps e Inail chiarisce che basta “percepire” i 35 gradi per astenersi dalle attività lavorative. Nel luglio dello scorso anno, infine, è stato predisposto un vademecum che prescrive e ricorda una serie di indicazioni per la prevenzione delle patologie da calore nei luoghi di lavoro, ma la Cgil rileva come dal punto di vista organizzativo, pur in presenza di temperature estreme, non sono state attuate le indicazioni previste per rendere più sicuri i luoghi di lavoro. Francesco Cosca della Cgil evidenzia come nello scorso mese di maggio un protocollo predisposto dalla Regione Siciliana inviti tutti i sindaci dei comuni dell’isola ad emanare specifiche ordinanze che vietino lo svolgimento di tutte quelle attività esposte al rischio termico. Le elevate temperature, come è noto, possono causare malori o ridurre la capacità di attenzione del lavoratore, aumentando il rischio di infortuni. Per tali ragioni, il sindacato ha chiesto a tutti i sindaci della provincia di Agrigento i prevenire gravi pericoli che possano minacciare cittadini-lavoratori – provvedendo ad emanare specifiche ordinanze che in relazione alle previsioni meteo blocchino le attività del settore delle costruzioni nella fascia oraria dove si prevede che vengano superate le temperature accettabili.