da ‘terzo mondo’ per la Sicilia, costretta in ginocchio dalla crisi idrica provocata dalla siccità e dalla incapacità di utilizzare le centinaia e centinaia di milioni di euro che sono stati stanziati nel corso del tempo per fronteggiare l’atavica sete siciliana. Invece ci si è ridotti alle autobotti, alle motoape, alle manichette. E i cittadini sono indignati, avviliti, così come le forze sindacali e produttive. Le reti idriche sono bucherellate ovunque, il disastro investe ogni parte dell’isola, nella città dei Templi ci si reca alla fontana di Bonamorone come se fosse un pellegrinaggio.