è a corto di acqua” E’ il titolo di un articolo pubblicato dal sito web Cnn Climate, accompagnato in grande evidenza da una foto della città di Sciacca, che per il Presidente di “Sciacca Turismo” Ezio Bono lede gravemente l'immagine turistica del nostro territorio. Siamo amareggiati, dichiara il responsabile dell’associazione delle struttture alberghiere ed extralberghiere della città aderenti a Confcommercio e Federlaberghi, perché seppure è innegabile la carenza idrica riguardante l'intero territorio provinciale e la conseguente preoccupazione per le prospettive dei servizi turistici, allo stato attuale non ci risulta che la situazione sia di grave emergenza a Sciacca, dove le strutture turistiche stanno invece operando a pieno regime. Il territorio di Sciacca ha fonti di approvvigionamento idrico che in questo periodo di difficoltà vengono addirittura dirottate nel versante orientale del territorio provinciale.
Prendiamo atto di uno stato di emergenza che riguarda tutta la Sicilia, delle infrastrutture carenti che fanno perdere in strada grandi quantità di acqua, ma non si può parlare di Sciacca come di “sito per le vacanze che sta allontanando i turisti perché è a corto di acqua” , conclude il presidente di Sciacca Turismo annunciando di avere chiesto un intervento di Federalberghi e del Comune di Sciacca per valutare eventuali azioni a tutela dell'immagine turistica e dell'economia della città.
Intanto Federconsumatori Sicilia parla di resa dei conti rispetto alla siccità e alla crisi idrica che interessa l’isola ed esprime forte preoccupazione per quella che ritiene sia una non gestione dell’emergenza che potrebbe avere anche conseguenze sanitarie pesanti.
L’isola è tutto un brulicare di autobotti che trasportano acqua. Federconsumatori chiede che i Comuni si attivino prontamente per controllare gli operatori privati che stanno vendendo acqua a cittadini e attività economiche. Al governo regionale viene sollecitato un sistema di ristoro sui canoni del Servizio Idrico Integrato e che faccia le barricate per ottenere da Roma (e magari anche da Bruxelles) corposissimi aiuti per finanziare un vero piano di ristrutturazione della malandata rete di acquedotti siciliani.