aggravate dalla finalità di agevolare Cosa nostra, scambio elettorale politico-mafioso, ma c’è anche il traffico illecito di rifiuti nell’inchiesta del Gico del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Palermo che ieri ha fatto scattare i sette arresti. La famiglia mafiosa di Sciacca esercitava un penetrante potere di infiltrazione nell’economia locale, soprattutto nel settore delle “costruzioni” e del “movimento terra” connessi alla realizzazione di opere pubbliche ricadenti sul territorio. Alla guida, secondo quanto emerso dall’inchiesta il 61 enne Domenico Friscia che, dopo la morte di Salvatore Di Gangi, era riuscito a spuntarla nella lotta al potere contro il 59 enne Domenico Maniscalco. Entrambi personaggi noti, già coinvolti in precedenti operazioni antimafia, che avrebbero continuato ad esercitare il loro potere, soprattutto nelle opere pubbliche del territorio, determinando e decidendo chi, come e quando doveva fornire materiali. Dall’inchiesta emergono però altri interessi, come quello dell’illecito smaltimento dei rifiuti, sfabbricidi in particolare, che venivano smaltiti in terreni nella disponibilità di affiliati o amici o che alimentavano le varie discariche abusive nel territorio di Sciacca. Nell’estate del 2020 era diventata una vera e propria emergenza, costata ingenti risorse al comune di Sciacca per bonificare le vaste aree del territorio invase dai rifiuti. Contestualmente erano stati avviati controlli serrati e, infatti, c’era il timore di essere scoperti e l’esigenza di stare particolarmente accorti su dove e quando si andavano a scaricare i camion contenenti rifiuti provenienti dall’edilizia. Intanto l’inchiesta su mafia, appalti e politica, coordinata dalla Dda di Palermo, è destinata ad avere ulteriori risvolti. Sono 22 le persone indagate, oltre ai sette per i quali sono scattati ieri i provvedimenti restrittivi.
Un plauso alle forze dell’ordine e alla magistratura è arrivato dal capogruppo del PD all’Ars Michele Catanzaro.Rappresenta l'ennesimo segnale di una presenza attenta e costante in un territorio dove la criminalità organizzata non vuole arretrare, ha dichiarato il deputato saccense.
Ida Carmina, parlamentare nazionale del M5S si complimenta con la Procura di Palermo e il Gico delle Fiamme Gialle per l’operazione nel territorio saccense che dimostra, dice, come ancora oggi le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici siano un problema persistente e grave. Il Cartello Sociale della Provincia di Agrigento evidenzia come l’operato delle Fiamme Gialle rappresenti una inizione di fiducia per chi agisce e lavora nel rispetto della legalità.