Si voterà soltanto giorno 4 marzo, dalle 7 alle 23, e per votare occorre essere maggiorenni. Lo spoglio inizierà alla chiusura dei seggi. Chi ha più di 25 anni, riceverà due schede: una rosa per la Camera dei deputati e una gialla per il Senato. Per chi ha invece meno di 25 anni, è prevista solo la scheda per la Camera. Per la prima volta si voterà con il nuovo sistema elettorale denominato Rosatellum. Come si vota? Si può barrare il nome del candidato del collegio e in questo caso il voto andrà anche ai partiti ad esso collegati in base ai consensi da essi ottenuti nelle sezioni elettorali di quel collegio. Oppure si può barrare il simbolo di un partito e in questo caso il voto andrà anche al candidato del collegio maggioritario ad esso collegato. Oppure ancora si possono barrare il nome di un candidato e il simbolo di un partito ad esso collegato. Quello che non si può fare è barrare il nome di un candidato e il simbolo di un partito legato ad un altro candidato. In questo caso il voto è nullo perché la legge Rosato vieta il cosiddetto voto disgiunto. L'indicazione che in questi giorni stanno dando tutti i partiti per evitare problemi, confusione e possibili annullamenti è quello di votare su ogni scheda soltanto il simbolo del partito: di conseguenza la preferenza sarà estesa anche ai nomi collegati. Il Rosatellum è sistema misto proporzionale e maggioritario: un terzo dei candidati viene eletto in collegi uninominali e due terzi - con listini bloccati (da un minimo di 2 a un massimo di 4 candidati) - con il proporzionale. La soglia di sbarramento è al 3% per le singole liste e al 10% per le coalizioni a livello nazionale sia alla Camera che al Senato. Se una lista fa parte di una coalizione ma non raggiunge il 3%, i voti che ha ricevuto confluiscono in quelli del partito prevalente dell'alleanza. Se un deputato è eletto in più collegi plurinominali, il collegio nel quale sarà proclamato è quello in cui la sua lista ha ottenuto la minore percentuale di voti validi rispetto al totale dei voti validi del collegio, mentre se è eletto in un collegio uninominale e in uno o più collegi plurinominali sarà proclamato nel collegio uninominale. Infine va detto che il candidato che verrà eletto in un collegio maggioritario manterrà il suo seggio anche se appartiene a un partito escluso dalla ripartizione proporzionale. Per ogni scheda, quindi, l'elettore potrà esprimere al massimo due voti con il classico segno della X: uno per il candidato nel collegio uninominale e uno per uno dei partiti che lo sostengono.