che la posidonia di capo San Marco possa essere spostata. Ci scusiamo per avere scomodato la Bibbia, ma la situazione della spiaggia principessa del territorio comunale di Sciacca difficilmente potrà essere risolta nei tempi che bagnanti e titolari degli stabilimenti balneari chiedono. La competenza sul litorale è del Demanio, ovverosia della Regione Siciliana. In soldoni: assessorato al Territorio e Ambiente. A cui il comune di Sciacca, con l'assessore all'Ecologia Salvino Patti, ha chiesto l'autorizzazione necessaria. Scoprendo che per un eventuale via libera, sempre che possa essere rilasciato, la burocrazia concede sessanta giorni di tempo. Ogni ulteriore commento è superfluo. A complicare ulteriormente il quadro è la necessità che questa eventuale autorizzazione, quand'anche venisse rilasciata in tempi evidentemente più ragionevoli, dovrebbe essere comunque subordinata alla disponibilità della cosiddetta VIncA, che significa Valutazione di Incidenza, prescrizione di provenienza (manco a dirlo) dell'Unione Europea. Un documento che indichi possibili "incidenze negative significative" rispetto all'idea di rimuovere o spostare le alghe, con eventuale ricorso a quelle che si chiamano "Misure di Compensazione".
In definitiva: anche se il comune investisse i ventimila euro necessari per restituire la spiaggia di San Marco ad una condizione di migliore fruibilità, sono necessarie scartoffie e timbri. Nel rispetto delle norme, ci mancherebbe altro. Il risultato però è di difficile conseguimento. Tecnicamente non siamo di fronte ad un'emergenza igienico-sanitaria, l'unico scenario che permetterebbe una deroga al regolamento. E allora al momento gli uffici del comune di Sciacca sarebbero alla ricerca di un'autorizzazione di trasferimento di posidonia che risale al 2017 e che probabilmente era ammannita della VIncA. Il tentativo è di accelerare i tempi. Ma siamo di fronte ad una situazione per la quale servirebbe come minimo una straordinaria congiunzione astrale. In ogni caso si potrebbe solo spostare la posidonia a monte del litorale, difficilmente a rimuoverla. Non è superfluo ricordare che San Marco è una riserva protetta, dal punto di vista ambientale è un unicum. E rimuovere le alghe è un'operazione che confligge con l'ambiente. Ma su questo la consapevolezza diffusa è stata acquisita da almeno vent'anni. Gli stabilimenti balneari stanno boccheggiando. Si tratta di imprese che lavorano soprattutto nei mesi estivi, ma di bagnanti da quelle parti al momento ce ne sono assai pochi. La questione è stata sollevata nelle settimane scorse da loro, e per mezzo di loro dal consigliere comunale Filippo Bellanca nonché dall'associazione Sciacca turismo. L'amministrazione Termine aveva garantito il proprio impegno, riconoscendo con l'assessore competente Salvino Patti la situazione di emergenza che si è venuta a determinare. Ma, come lo stesso Patti aveva annunciato, si tratta di un intervento complesso ma non tanto operativamente, quanto dal punto di vista della necessità di avere le carte a posto.