e alla serenità delle persone, questo è sicuramente ciò che resta del ristorante "Al Porticello" dello Stazzone, completamente distrutto da un incendio il pomeriggio del 18 giugno scorso, ovverosia trentacinque lunghissimi giorni fa. La presenza di amianto sul tetto di quello che fu il manufatto in legno che per una sessantina d'anni è stato quasi un elemento decorativo, perfino sul piano paesaggistico, ha imposto il ricorso a procedure di sicurezza del tutto particolari. E, tuttavia, l'ordinanza del comune di Sciacca tuttora in vigore, firmata dal sindaco poche ore dopo lo spegnimento delle fiamme, contiene ancora oggi solo una raccomandazione ai residenti a tenere chiuse le finestre. Naturalmente i residenti (tra di loro c'è anche una nutrita popolazione infantile) hanno preferito in massima parte fare le valigie e cercarsi un altro alloggio momentaneo, anche sotto forma di ospitalità presso amici e parenti. Tanto più che evitare di tenere le finestre aperte in piena estate non è la cosa più agevole del mondo. E mentre non si sa ancora nemmeno se sia stato pronunciato il parere dell'Arpa sulla salubrità dell'aria, le attività commerciali presenti in zona (tra cui un ristorante) sono state costrette a chiudere, e hanno dovuto farlo nel periodo più atteso dell'anno per fare respirare un po' i propri affari.
I sacchi pieni di amianto recuperato, ma anche di residui contaminati del "Porticello", continuano spietati a stazionare attorno al perimetro del fu ristorante, in attesa di essere destinati alla stazione di trasferenza di Carini per poi prendere la direzione finale della discarica per rifiuti speciali situata nel Trentino Alto Adige. Sui tempi previsti perché questo percorso possa essere perfezionato, siamo dentro la più oscura delle dimensioni possibili. Un residente oggi si è rivolto alla nostra emittente per suggerire l'ipotesi che questi sacchi, in attesa di potere raggiungere Carini, possano essere quanto meno trasferiti momentaneamente in un'area periferica del territorio comunale, dove non procurerebbero alcun nocumento, permettendo così agli operai dell'impresa incaricata dei lavori di completare la demolizione e ultimare la bonifica. Una soluzione apparentemente pratica e assennata, che consentirebbe (e in pochi giorni) di restituire l'area dello Stazzone alla dignità che residenti e cittadini meritano, superando uno stato di cose ormai inaccettabile. Uno stato di cose che sta letteralmente tenendo in ostaggio decine di famiglie e che impedisce alle attività commerciali di potere riprendere regolarmente il proprio lavoro. Si sa, però, che le soluzioni di buonsenso spesso confliggono con la burocrazia. E non è superfluo ricordare che a pochi metri dal ristorante incendiato, e dall'amianto, si trova anche un parco giochi per bambini che, stando a quanto risulta (non essendo interdetto) viene regolarmente utilizzato da famiglie e figlioletti. Il fatto che il comune si sia sostituito al privato, accollandosi al momento la spesa per la messa in sicurezza dell'area (che essendo demaniale non è di proprietà del comune) rappresenta un modo per fronteggiare problemi relativi a competenze, ordinanze, firme e timbri che spesso rimbalzano da ufficio ad ufficio. Il tutto succede mentre chi abita allo Stazzone è stato costretto ad andare via (non sapendo ancora quando potrà rientrare in casa) e mentre chi non è andato via ed è costretto a vivere con le finestre sprangate.
Nel frattempo i gruppi consiliari di Opposizione al consiglio comunale di Sciacca oggi esprimono profonda preoccupazione per il ritardo nella conclusione delle operazioni di bonifica dell'ex ristorante Porticello. Fanno notare che da tempo i residenti della zona soffrono per la presenza di detriti e rifiuti speciali, che continua a rappresentare un serio rischio per la salute e la sicurezza dei cittadini e impedisce loro di godere pienamente dell’area. Chiedono al sindaco, i consiglieri, di essere più chiaro sulla reale tempistica riguardante l'attesa conclusione delle operazioni di bonifica e, soprattutto, quando sarà possibile tornare alla normalità. "È imperativo - osservano - che le autorità competenti intervengano con urgenza per ripristinare le condizioni di sicurezza e vivibilità nella zona, perché i cittadini meritano risposte chiare e tempestive". Situazione attuale definita inaccettabile che richiede un’azione immediata e risolutiva, nell'auspicio che l’ennesima riunione abbia generato soluzioni celeri e risolutive.