che l'assessorato alle Autonomie locali della Regione Siciliana ha oggi bacchettato il sindaco Fabio Termine. Esposto trasmesso anche al prefetto di Agrigento. La questione centrale riguarda la mancata presentazione al consioglio comunale della relazione annuale sullo stato di attuazione del programma e sull'attività svolta, cosa questa prevista dalla legge. Al sindaco Termine viene chiesto così di relazionare in merito. La legge stabilisce che le eventuali ripetute e persistenti violazioni degli obblighi di legge, che oltre alla questione della mancanta presentazione delle relazioni annuali (se ne sono accumulate già due), prevede anche il riscontro puntuale alle interrogazioni presentate, possono determinare perfino la rimozione del sindaco con provvedimento del presidente della Regione. Anche questo ovviamente è tema di polemica.
I consiglieri comunali che hanno chiesto che questo inadempimento del primo cittadino fosse censurato sono Calogero Bono, Ignazio Bivona, Filippo Bellanca, Luca La Barbera, Antonino Venezia, Alessandro Grassadonio, Clelia Catanzaro, Lorenzo Maglienti, Raimondo Brucculeri, Carmela Santangelo e Maurizio Blò. Denunciano quello che definitscono "comportamento poco rispettoso" da parte dell'amministrazine Termine in ordine alle prerogative dei consiglieri comunali di opposizione. "Poche - si legge nel documento a suo tempo indirizzato a Regione e Prefettura - sono state le occasioni nelle quali il sindaco, di propria iniziativa, ha ritenuto di informare il consiglio e la città su questioni rilevanti, disattendendo le richieste a farlo". Fanno così notare, dall'opposizione, che da quando si è insediato il sindaco ha fatto scadere il termine per il deposito della relazione annuale, sia per il primo che per il secondo anno di attività. Relazione necessaria ai consiglieri per esercitare le proprie prerogative di controllo e critica politica. Eppure in diverse occasioni il sindaco è stato sollecitato ad agire di conseguenza, cosa che però non ha fatto. Il 16 aprile, in particolare, il primo cittadino è stato addirittura diffidato, anche alla luce di un adeguamento della norma in questione, per evitare all'Ente di incorrere in sanzioni. Termine si era impegnato a provvedere entro il mese di aprile. Niente di fatto. A giugno è stato Calogero Bono a tornare sull'argomento, ma niente anche in questo caso. Da tutto questo la richiesta all'assessorato ad un'attività ispettiva nei confronti dell'amministrazione comunale e, eventualmente, ad adottare i provvedimenti conseguenti. Gli undici consiglieri pongono poi la questione della mancata risposta alle interrogazioni, cosa che eppure per norma sindaco e assessori dovrebbero fare entro trenta giorni. "È necessario - avevano concluso i consiglieri Bono, Bivona, Bellanca, La Barbera, Venezia, Grassadonio, Clelia Catanzaro, Maglienti, Brucculeri, Santangelo e Blò - che le prerogative dei consiglieri comunali vengano rispettate e in generale che sia rispettata la legge. Da qui la richiesta di adottare ogni provvedimento che si riterrà idoneo.
L'assessorato dunque ha risposto, con una nota a doppia firma del funzionario direttivo e del dirigente del servizio "Coordinamento attività di vigilanza e controllo sugli enti locali", chiedendo evidentemente delle controdeduzioni a Fabio Termine. Una vicenda, quella emersa, dai connotati tecnico-politici che, però, è destinata a rilanciare lo scontro politico, posto che comunque la mancata presentazione delle due relazioni annuali in consiglio da parte del sindaco è un elemento oggettivo a cui, evidentemente, Fabio Termine è chiamato a porre rimedio al più presto.