“Senza misure urgenti il futuro è incerto e i negozi non possono continuare ad essere costretti a chiudere”- dichiara Giuseppe Caruana, Presidente di Confcommercio Agrigento. Quella attuale, aggiunge, è di certo una situazione rovinosa, per ogni singolo settore del terziario e dei servizi, senza alcuna distinzione, e chi ancora oggi, con sofferenza e abnegazione, continua a resistere non potrà farlo per sempre soprattutto in un territorio difficile come il nostro.”. Da una indagine di Confcommercio emerge, peraltro, un forte senso di preoccupazione fra i cittadini ed evidenzia che alle attività commerciali di prossimità viene riconosciuto un alto valore sociale: per quasi i due terzi degli intervistati (64%) rappresentano soprattutto un’occasione di incontro che rafforza l’appartenenza alla comunità, ma anche un servizio attento alle persone fragili per il 59%, un presidio di sicurezza per il 57%, e ancora una garanzia di cura dello spazio pubblico e un facilitatore dell’integrazione; quando si tratta di consumi, gli acquisti quotidiani di farmaci (64%) e tabacchi (59%) vengono effettuati prevalentemente negli esercizi vicini all’abitazione; per abbigliamento, alimentari a lunga conservazione , accessori per la casa e prodotti di elettronica, invece, i centri commerciali e le grandi strutture distributive diventano i luoghi di acquisto prevalenti rispetto agli esercizi commerciali in centro città dove quelle tipologie di beni registrano percentuali di acquisto tra il 2% e il 5%.
L’avanzamento della desertificazione commerciale è di certo uno dei motivi delle scelte di acquisto al di fuori del proprio quartiere, ovvero dal calo o addirittura dalla totale assenza di negozi tradizionali vicino alla propria abitazione: rispetto alla propria zona di residenza, infatti, per i negozi specializzati si avverte prevalentemente una diminuzione, come nel caso dei negozi di abbigliamento ed elettronica (46%) e dei servizi essenziali, tra cui gli alimentari (42%), solo i servizi per il tempo libero (tra cui bar e ristoranti) sono percepiti in aumento dal 43% degli intervistati.
“Nei nostri centri storici, - dichiara Giuseppe Caruana, Presidente di Confcommercio Agrigento - più della metà delle attività commerciali di vicinato ha dovuto chiudere i battenti e c’è da chiedersi quei pochi rimasti per quanto tempo ancora potranno resistere. Le cause di chiusura sono diverse ma senza ombra di dubbio, rileva la Confcommercio, l’assenza di una programmazione lungimirante ha causato la dispersione che è sotto gli occhi di tutti. E’ necessario incentivare l’innovazione ma soprattutto sostenere la riqualificazione urbana attraverso un migliore utilizzo dei fondi altrimenti come purtroppo ripetiamo da tempo, spegnendosi le insegne nei centri storici si spengono inevitabilmente le luci che illuminano le città.”