della problematica sulla crisi idrica a Sciacca con le questioni politiche legate alla governance di Aica che hanno registrato una forte contrapposizione tra il sindaco e il centro destra. Bagarre che ha coinvolto persino il presidente di sala Falcone Borsellino, Ignazio Messina, responsabile secondo l’assessore Leonte di essere andato oltre il suo ruolo, super partes, per avere detto che alla città interessano le soluzioni, non a quale schieramento appartengono i vertici dell’Azienda Idrica. Un intervento quello del presidente Messina arrivato dopo la durissima replica del sindaco, di taglio squisitamente politico, agli interventi dell’opposizione. Dopo avere ascoltato tutti, Fabio Termine è passato all’attacco.
Il centrodestra ha occupato tutte le poltrone disponibili nel cda di Aica, dovreste spiegare voi perché non si è in grado di gestire l’emergenza idrica, ha detto Fabio Termine citando nome, cognome e appartenenza politica di ogni singolo responsabile, ma tirando in ballo anche il governo regionale rispetto al ritardo con il quale sono state approntare le misure per gestire la siccità. Una esasperazione dei toni e del dibattito politico sulla crisi idrica che è stata criticata dall’opposizione. Il sindaco non doveva portarla a lite, ma se proprio si deve parlare di lottizzazioni politiche in Aica, andrebbe anche ricordato che il direttore tecnico è del Pd, hanno rilevato dall’opposizione. Per il centrodestra, poi, il sindaco avrebbe deliberatamente alzato il tono della polemica, portandola a questione politica, perché in evidente difficoltà sul tema del servizio idrico.
Insomma urla e scambi di accuse hanno concluso il dibattito su un tema così importante che pure si era aperto con tutt’altro approccio. Il sindaco Fabio Termine, nel suo lungo intervento iniziale, aveva annunciato la decisione di provvedere alla manutenzione diretta delle tante, troppe perdite idriche in città, andando poi a compensare le somme con quanto dovuto al gestore, così come aveva ribabito che l’acqua dei due nuovi pozzi di Grattavoli (per i quali ha detto di aver ricevuto garanzie che saranno attivati a metà agosto) dovrà servire alle necessità della città di Sciacca e soltanto dopo, eventualmente, essere anche messa a disposizione degli altri comuni. La misura è colma, ha aggiunto, riferendosi al mancato rispetto dei turni di erogazione, all’impossibilità per i cittadini di mettersi in contatto con Aica, ad una gestione dell’emergenza idrica in città da Termine ritenuta inefficiente, approssimativa e inadeguata. Una presa di posizione, quella del sindaco di Sciacca, che per l’opposizione è arrivata tardi e a fronte dell’esasperazione manifestata da cittadini, amministratori di condominio e comitati di quartiere. Da mesi le chiedevamo di effettuare le riparazioni lungo la condotta, sottraendo la spesa dal conto Aica, hanno evidenziato i consiglieri Brucculeri, Blo’ e La Barbera, per i quali soltanto adesso il sindaco parla dell’Azienda in termini negativi, dopo aver avuto in precedenza un atteggiamento di accondiscendenza.
Dopo due mesi di sollecitazioni, ha aggiunto Calogero Bono, Fabio Termine attacca Aica dimenticando che è un’azienda pubblica, costituita dai comuni, con i sindaci chiamati ad un ruolo di controllo che non è stato esercitato. Anche la stessa consigliera di maggioranza Daniela Campione ha evidenziato il ruolo da protagonisti dei sindaci e invitato Fabio Termine a battere i pugni e difendere gli interessi dei saccensi. Poi, la questione dei nuovi pozzi di Grattavoli. Non aranno pronti entro il 15 agosto, ha detto Filippo Bellanca che giusto ieri mattina ha effettuato un sopralluogo nella zona appurando che il pozzo da riattivare è fermo solo perché manca la pompa e nessuno dell’amministrazione ha sollecitato, mentre per il nuovo le procedure di perforazione sono appena all’inizio. Il capogruppo della Dc ha poi invitato il sindaco a non concentrarsi unicamente sul mantenimento in città della nuova risorsa idrica, ma difendere anche l’acqua dei due pozzi attualmente attivi. Ho verificato, ha detto Bellanca, che dei 100 litri di acqua al secondo del Grattavoli oltre 72 litri vengono dirottati verso Agrigento e solo un terza dell’acqua di Sciacca rimane in città. Gaetano Cognata ha rilevato come la volontà di procedere alla manutenzione delle perdite non sia stata seguita da atti di indirizzo specifici da parte dell’amministrazione, mentre il collega Venezia ha sollevato la questione dell’elezione dei vertici Ati chiedendo spiegazioni sulla vice presidenza andata ad un comune, Menfi, che gestisce le proprie reti in autonomia.
La vicenda Ati è stata al centro di un pesante intervento del consigliere Ignazio Bivona che ha accusato il sindaco di Sciacca di non avere neanche tentato di essere eletto presidente e assumere un ruolo di primo piano nelle vicende della gestione idrica. Eppure, le avevamo manifestato pieno sostegno e fuori da qualsiasi logica di appartenenza politica, ha detto Bivona. Insomma, sindaco accusato di avere cambiato atteggiamento nei confronti di Aica con netto ritardo e solo a fronte delle proteste giornaliere di cittadini e comitati. Accuse che sono state respinte con veemenza dal consigliere-assessore Fabio Leonte. Troppo facile e troppo comodo scaricare tutte le responsabilità sul sindaco, ha detto, invitando l’opposizione a decidere se sostenere le soluzioni prospettate, nell’interesse della città, o limitarsi soltanto a mettere sott’accusa Fabio Termine. Poi la controreplica squisitamente politica del sindaco e la bagarre conseguente in aula sulla quale è bene non aggiungere altro.