è così che il manager dell'Asp Giuseppe Capodieci commenta il contenuto del nostro servizio di ieri, che traeva spunto dalla precedente nota del manager all'assessorato regionale alla Salute e ai comitati civici, in cui il direttore generale chiariva le ragioni per le quali l'Ortopedia del "Giovanni Paolo II" al momento non funziona. "Stiamo ponendo in essere ogni azione per il ripristino della piena funzionalità del reparto con il progressivo superamento delle criticità emerse", precisa Capodieci. Che aggiunge di faticare a comprendere come mai le sue spiegazioni, fornite anche durante il consiglio comunale aperto di Sciacca, siano state riproposte con un taglio da lui definito "disfattista". E il capo della sanità pubblica della provincia di Agrigento prova a chiarire come i provvedimenti per superare le criticità nell'Ortopedia siano in itinere, con diverse azioni intraprese, confidando di completare le iniziative programmate a breve.
Fra le idee in campo c'è ancora l'attivazione di una convenzione con i chirurghi dell’ospedale ‘Buccheri La Ferla’ di Palermo per garantire le sedute operatorie, l'affidamento di un incarico di alta professionalità per il reclutamento di uno specialista ortopedico ed è in corso il perfezionamento dell'iter per il reperimento di nuovo personale dopo aver completato il concorso per avviare nuovi specializzandi all'iter di formazione. Conferma, Capodieci, che il primario Tulumello svolgerà settimanalmente una seduta operatoria presso l'ospedale di Sciacca. Aggiunge, ancora, il direttore generale che sono state raggiunte delle intese con altre aziende sanitarie della regione. Ancora, si è in dirittura arrivo per l’assunzione di tre ortopedici argentini che potrebbero prendere servizio già nel periodo estivo, e diverse azioni sono già attive anche per quanto riguarda l’assistenza territoriale. Da tutto questo, conclude il direttore, siamo ben lungi dall'issare bandiera bianca, ma al centro di un'azione massiva per il superamento delle problematiche, con impegno costante.
Fin qui Capodieci. Al quale, con rispetto, rispondiamo che il "disfattismo" di cui ci accusa non ci appartiene, che la nostra cultura è un tantino più raffinata, ma che quella rappresentata ieri è solo la drammatica fotografia di una condizione che da un bel po' di tempo vede i pazienti del comprensorio di Sciacca privi di un reparto fondamentale perfino per un ospedale di base, non certo per un Dea di primo livello, e che questo è avvenuto sulla base di scelte ben precise, non tutte appartenenti a Capodieci, è giusto precisarlo. Scelte fatte (ma evidentemente confermate) in spregio alla necessità di garantire un servizio pubblico, per il quale ci si è preoccupati di assicurare continuità solo per gli ospedali di Agrigento e di Licata, escludendo il "Giovanni Paolo II" di Sciacca. Per il resto, prendiamo atto dell'elenco di "stiamo facendo, stiamo provvedendo, e le iniziative sono in itinere" ma, soprattutto, prendiamo atto che il manager ammetta di confidare di riuscire a fare tutte queste cose nel breve periodo. Non è disfattismo ribadire che oggi (se domani le cose cambieranno saremo i primi ad esultare) l'ospedale di Sciacca continua ad apparire come una specie di "parente povero dell'Asp", che è abbandonato, e che se gli operatori che vi lavorano e si impegnano ogni giorno a fare il massimo potessero parlare, direbbero cose ben più gravi, altro che "disfattiste".