ieri pomeriggio ad Agrigento, durante la manifestazione per l'acqua pubblica, quando il presidente di Aica, l'azienda idrica dei comuni agrigentini, Settimio Cantone è stato contestato dalla folla e sono intervenute le forze dell'ordine.
La gente ha sottolineato il proprio disappunto per l'inadeguatezza nella gestione della crisi idrica e per chieder misure adeguate da mettere in campo: l'intervento del Genio militare, della Protezione civile e soprattutto "un intervento economico adeguato che nell'immediato aiuti a superare la grave crisi e nel prossimo futuro programmi una serie di investimenti sul territorio perché si costruiscano le infrastrutture necessarie per non far più vivere crisi, come l'attuale, alla popolazione".
Ad Agrigento l'acqua arriva ogni 15 giorni e il sindaco Franco Micciché, parlando "della peggiore emergenza idrica degli ultimi anni", ha firmato un'ordinanza che invita a non sprecare acqua. Riprendendo il vademecum della Regione, Micciché ha vietato il prelievo e consumo di acqua potabile per il lavaggio di marciapiedi e piazzali, per lavare auto e per innaffiare orti e giardini, nonché per alimentare fontane ornamentali, vasche e piscine.
L'arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, che solidarizza coi manifestanti ha detto che "la Chiesa agrigentina, partecipe della grave crisi idrica della città e del territorio che mette a dura prova la vita della gente con un servizio idrico inadeguato, sollecita gli enti preposti a trovare soluzioni emergenziali e strutturali risolutive, efficaci, efficienti, economiche e solidali tali da mitigare la crisi idrica dei comparti civile, agricolo, zootecnico e forestale con costi di gestione proporzionati al servizio reso, vigilando su eventuali speculazioni, su un bene primario, che possano danneggiare i cittadini".