È quanto dichiarato dalla Cabina di regia regionale sull’emergenza idrica, presieduta dal presidente della Regione Renato Schifani, che è tornata a riunirsi per fare il punto sulla crisi idrica, alla presenza dell’assessore regionale Roberto Di Mauro, il coordinatore della task force e capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina, Giovanni Cirillo ed Enzo Greco Lucchina, rispettivamente presidente e direttore dell'Ati di Agrigento, Settimio Cantone e Claudio Guarneri, presidente del cda e direttore generale di Aica, gestore del servizio idrico integrato della provincia di Agrigento. Durante l'incontro è stata fatta la verifica sull’avanzamento dei lavori del Piano di emergenza idrica varato dalla Regione e redatto un cronoprogramma per le prossime azioni. Gli obiettivi includono il recupero e l'individuazione di nuove fonti di approvvigionamento idrico per integrare le risorse già disponibili e per compensare la diminuzione dell'apporto di 10 litri al secondo dell’invaso Fanaco. La Regione Siciliana evidenzia come grazie ad alcuni interventi realizzati di recente, ossia il riutilizzo di pozzi comunali a Favara, Ravanusa e San Biagio Platani, sono stati già immessi 18 litri d’acqua al secondo nella rete idrica gestita da Aica. Con i lavori in corso, si legge ancora nel comunitato, entro il 13 agosto ( salvo imprevisti) si aggiungeranno ulteriori 133 litri al secondo, portando così il totale a 151 litri al secondo di risorsa idrica recuperata e aggiunta alla fornitura ordinaria, migliorando sensibilmente l’attuale servizio idrico (830 litri al secondo). Di questi ulteriori 133 litri al secondo, 100 arriveranno da Sciacca, da Grattavoli, con il nuovo pozzo e quello che sarà riattivato. Per il resto, infatti, dai pozzi riattivati a Canicattì si otterranno 30 litri al secondo e altri 3 da quelli riattivati nel territorio di Naro. Sciacca, dunque, può considerarsi il “serbatoio idrico” della provincia di Agrigento. Già ora dai due pozzi di Grattavoli oltre 62 litri di acqua al secondo, su 100 complessivamente pompati, vengono dirottati verso gli altri comuni agrigentini. Adesso si aggiunge questa ulteriore risorsa, altri 2 pozzi e altri 100 litri al secondo che, come dichiarato dalla Regione, consentiranno di aumentare la fornitura di acqua nelle case della provincia di Agrigento. Insomma, l’acqua di Grattavoli non si comprende con chiarezza a quanti e quali comuni della provincia dovrà alleviare la sete, mentre Sciacca nonostante le ingenti risorse idriche del proprio territorio non sta certamente messa meglio, con zone della città in cui l’acqua arriva ogni 10-12 giorni e situazioni ancor più critiche. E, allora, a fronte di turni prima allungati e ora sistematicamente anche rinviati, sia il sindaco Termine, sia ieri l’Unione dei Comitati di Quartiere hanno dichiarato che è necessario trattenere in città l’acqua dei nuovi pozzi, almeno quella necessaria a garantire un approvvigionamento sopportabile, nella consapevolezza della crisi idrica generale.
La situazione che si prospetta, quando ancora i due nuovi pozzi non sono neanche operativi, è quella della “guerra tra poveri”, tra Sciacca e Agrigento dove ieri sono scesi in piazza tantissimi cittadini.
C’è poi un altro aspetto che, nella lotta per l’acqua del Grattavoli, viene sottovalutato, ma non è certamente secondario. Lo ha evidenziato nel corso dell’ultima seduta consiliare Filippo Bellanca, dopo un sopralluogo nella zona. Al momento sono attivi solo due pozzi e nella rete di Grattavoli si registrano 5 perdite, che cosa succederà quando saranno attivati anche gli altri due e si immetteranno in rete 200 litri di acqua al secondo? Quello delle perdite idriche è un tema che non può e non deve essere trascurato, non ci riferiamo solo a quelle del centro abitato visibili in base ai turni di erogazione, ma alle altre e ben più gravi che si sono lungo la condotta che collega i pozzi alla città e dalle quali h24 di disperdono fiumi di acqua. Se Sciacca è il “serbatoio idrico” della provincia allora non si deve investire soltanto sulle trivellazioni, ma anche e soprattutto sul rifacimento delle condotte, anche di quella cittadina, perché è interesse di tutta la popolazione agrigentina, a questo punto, non disperdere la metà ( se non oltre) della risorsa idrica.