E' la forma espressiva del territorio saccense”. Così al nostro Telegiornale la dirigente del liceo Artistico Giuseppe Bonachia di Sciacca, Giovanna Pisano, commenta le recenti notizie di stampa in merito alla chiusura per il prossimo anno del corso di studi in Ceramica. Notizie che hanno generato preoccupazione anche fra le stesse famiglie degli studenti dell'artistico.
“Famiglie che in realtà, spiega la dirigente alla nostra redazione, sono state ascoltate e a cui sono state illustrate le motivazioni di un'eventuale chiusura del corso”. La ragione starebbe proprio nella scelta degli studenti. Sono loro infatti, al termine del biennio comune, ad indicare il percorso che intendono seguire per il triennio successivo. Scelta fatta nelle scorse settimane tra la variegata offerta formativa del liceo artistico che ha portato comunque la maggioranza, con alcuni distinguo ed eccezioni, a prediligere sui vari corsi proposti, due in particolare. “Si tratta, precisa la dirigente, dell'inidirizzo Architettura e Ambiente e di quello Arti Figurative”. Corso di studi quest'ultimo che include tutte le arti nelsenso più ampio: dalla pittura, ai tessuti, al corallo e fino alla ceramica. «Non è un caso, continua la preside Pisano, che i ragazzi del biennio abbiano optato per un corso che include tutte le arti, scegliendo in questo modo di poter perfezionare all'interno dei numerosi e attrezzati laboratori dell'istituto i vari settori delle arti figurative e tra questi ovviamente la ceramica». «Insomma una scelta, quella degli studenti dell'artistico che guarda ad un percorso di studi più diversificato, dove la ceramica non sia l'unica specificità, pur restando conclude la dirigente, la peculiarità del territorio, su cui continueremo a preparare i nostri studenti attraverso corsi e laboratori di approfondimento». Insomma malgrado per il prossimo anno scolastico non si formi un corso di studi dedicato esclusivamente alla ceramica, per Giovanna Pisano, il liceo artistico Giuseppe Bonachia non perde la sua vocazione data anche dal nome che porta, cioè quello di uno dei primi maestri ceramisti di Sciacca, che operò in tutta Italia con la sua maiolica nel sedicesimo secolo.