Il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto, infatti, il ricorso che era stato presentato dall’allora sindaco Enzo Alfano contro il piano di dimensionamento scolastico firmato dall’assessore regionale all’istruzione Mimmo Turano.
Piano che, per il comune di Castelvetrano, prevedeva lo smembramento dell’unico circolo didattico, intitolato poco più di un anno addietro alla memoria del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino, sciolto nell’acido dopo essere stato tenuto in ostaggio dai corleonesi per 779 giorni. Il provvedimento, in particolare prevedebva che i plessi Dante Alighieri e Benedetto Croce,facenti parte della Direzione didattica «Di Matteo, venissero accorpati all’istituto comprensivo “Radice - Pappalardo”, mentre il plesso «Ruggero Settimo» venisse accorpato all’istituto “Capuana - Pardo” che, a sua volta, avrebbe cambiato denominazione in Istituto comprensivo Di Matteo». Piano di dimensionamento scolastico contro il quale il comune di Castelvetrano aveva presentato ricorso tramite l’avvocato Vasile. Il Tar lo ha accolto evidenziando un «eccesso di potere per manifesta erroneità e violazione del dovere di leale collaborazione tra enti pubblici, in quanto la Conferenza regionale avrebbe disatteso le indicazioni espresse dalla Conferenza scolastica provinciale e non avrebbe applicato il criterio di verticalizzazione della direzione didattica in Istituto comprensivo». Una battaglia per il mantenimento dell’offerta didattica, ma anche il segnale del riscatto dalla mafia per Castelvetrano trattandosi della scuola che si trova a pochi passi dall’abitazione della famiglia Messina Denaro. L’intitolazione del plesso a Giuseppe Di Matteo era stata proposta dall’Associazione nazionale magistrati, con la cerimonia che si era svolta nel maggio del 2023.