Per poterne disporre è addirittura necessario possedere un apposito patentino. È quanto si riesce ad apprendere piuttosto a fatica dallo strettissimo riserbo nel quale si muove l'inchiesta condotta dai carabinieri e coordinata dalla procura della Repubblica di Sciacca per risalire al responsabile o ai responsabili della strage di animali, quella che ha generato un dibattito a dir poco surreale, incentrato addirittura su una presunta antropologia criminale dell'intera popolazione saccense. Si indaga senza tralasciare alcuna ipotesi. Gli accertamenti dell'Istituto Zooprofilattico di Palermo sulle esche rinvenute hanno permesso di risalire alla composizione chimica del veleno. E ieri i Carabinieri hanno effettuato alcune perquisizioni nei confronti di soggetti in qualche maniera considerati più o meno collegati con le specifiche attività professionali che hanno necessità di fare ricorso al tipo di insetticida in questione. Si tratta, stando a quanto si apprende, di un disinfestante speciale, usato in agricoltura. Ma non è tutto. I magistrati della procura di Sciacca hanno già sentito alcune persone, ritenute informate sui fatti. Tra di loro anche l'assessore all'ecologia e ambiente Paolo Mandracchia. I militari dell'Arma hanno anche acquisito documenti specifici dagli uffici del Comune di Sciacca, che vengono al momento esaminati.
E mentre continuano i messaggi di odio verso la città, compreso quello della nota stilista Elisabetta Franchi (la spunta blu sulla sua pagina significa che Facebook ne certifica l'autenticità), il dibattito adesso è rivolto verso la necessità di stemperare i toni e di fare in modo che la manifestazione promossa dagli animalisti in programma domenica prossima sia assolutamente pacifica. Intanto il deputato all'ARS Carmelo Pullara invita l'Asp ad intensificare la sterilizzazione in tutta la provincia, mentre il forzista Stefano Pellegrino annuncia un'attività legislativa volta a scongiurare il ripetersi di atti da lui definiti violenti, gratuiti e vigliacchi nei confronti dei migliori amici dell'uomo. E sono sempre più in prima linea anche le associazioni animaliste. La Lega nazionale per la difesa del cane ha annunciato una richiesta di accesso agli atti del Comune di Sciacca per capire in che modo, pur in presenza di un impegno di spesa annuo di 300 mila euro (giova ricordare che in passato erano anche di più) non si sia riusciti, nel tempo, a risolvere il problema del randagismo. Sciacca intanto sta cercando di riscattare la propria immagine, che si ritiene essere stata danneggiata da alcuni fanatici con i loro commenti da brividi. Perché, purtroppo, è necessario cercare di far passare il messaggio che chiunque di buonsenso non avrebbe bisogno di recepire, ossia che Sciacca non è una città di avvelenatori di cani.