uno stato assoluto di degrado e di abbandono, e nessuno fa nulla per mettere in sicurezza quantomeno l'area che, una volta, ospitava saccensi e turisti. La struttura, chiusa dall'aprile 2015 insieme a tutti gli altri beni termali, è stata completamente destinata all'incuria.
La maggior parte dei locali e degli impianti, infatti, sono stati distrutti e sono ormai da buttare. Inoltre, come detto, chiunque può accedere all'interno delle piscine attraverso una rete metallica divelta diverso tempo fa.
Un posto che, anni fa, era luogo ameno ed ospitava, oltre alle piscine, anche bar e pizzeria. La Regione Siciliana, proprietaria del bene, dovrebbe prodigarsi per evitare l'accesso all'interno dei locali, cosa che può rivelarsi pure pericolosa date le condizioni attuali dell'opera. Le immagini, ancora una volta, sono emblematiche e raccontano, meglio di tante parole, l'interesse e la cura che la politica regionale degli ultimi nove anni ha dimostrato di avere verso i tesori termali presenti in territorio di Sciacca: un interesse prossimo allo zero.
Il degrado, ovviamente, non è presente unicamente all'interno delle vecchie Piscine Molinelli, ma pure dinanzi al cancello. L'area esterna, purtroppo, è sommersa da una quantità indefinibile di spazzatura, rifiuti di ogni genere, in parte bruciati, vecchi elettrodomestici in disuso, eternit e tanto altro. Il luogo, completamente abbandonato e lontano da occhi indiscreti, è diventato, inoltre, casa per una decina di giovani cani randagi e vi è pure la carcassa di un animale morto che andrebbe rimossa.
Opportuno sarebbe, insomma, procedere ad una corposa bonifica, almeno dell'area esterna alla struttura, bonifica che, in via sostitutiva, dovrebbe farsi carico, presumiamo, il Comune di Sciacca. Inspiegabile, tra l'altro, il motivo della chiusura delle Piscine Molinelli che, a differenza degli altri beni, avrebbero potuto continuare la propria attività, almeno nei mesi estivi. Uno scempio che resta impunito, come se tutto fosse normale. Un disastro che l'attuale Governatore Renato Schifani ha promesso di voler riparare, ma chiaramente ci vorranno tempo, denaro pubblico e competenze. Finora, come al solito, non si è visto nulla di concreto.