il funzionamento del reparto di Ortopedia e Traumatologia dell'ospedale di Sciacca. Ad annunciarlo ieri pomeriggio è stato il direttore generale dell'Asp Giuseppe Capodieci. Il quale ha confermato che l'attività operatoria sarà svolta, in regime di convenzione, dagli ortopedici dell'ospedale "Buccheri La Ferla" di Palermo, con cui da settimane era in corso una trattativa. Medici i quali, a partire dal 5 settembre, ogni martedì e giovedì raggiungeranno l'ospedale saccense per garantire gli interventi chirurgici. Prima di loro, da gennaio allo scorso 30 giugno, le sedute operatorie erano state effettuate da un'equipe del "Civico", capeggiata dal chirurgo saccense Franco Raso, che si è prestato senza indugio a dare una mano alla sua città di origine.
"L’efficienza dell’unità operativa - ha detto Capodieci - sarà consolidata con l’affidamento di un incarico di alta professionalità che perfezioneremo nei prossimi giorni al termine di una selezione concorsuale, autorizzata dall’assessorato regionale alla Salute, alla quale hanno partecipato tre professionisti". Nel frattempo si è anche proceduto al reclutamento di personale dedicato al post-chirurgico, selezionato tra medici ospedalieri in pensione e richiamati in servizio.
La vicenda dell'Ortopedia in questo periodo è stata una sorta di paradigma dei problemi in cui versa l'ospedale di Sciacca. Vicenda piuttosto rivelatrice della gestione agrigentocentrica della sanità della provincia, cosa della quale naturalmente non c'è un solo responsabile, e dunque non possono essere addossate tutte le responsabilità all'attuale direttore generale, e noi non abbiamo intenzione di farlo. Quello in corso è un processo lento e inesorabile, che affonda le radici a diversi anni fa, sicuramente dal giorno in cui, dopo la norma firmata dall'allora assessore Massimo Russo, che sopprimeva l'azienda ospedaliera di Sciacca, l'ospedale è tornato ad essere gestito nelle stanze della direzione dell'Asp di Agrigento. Risale solo a pochi mesi fa la questione di un reparto di Ortopedia "Giovanni Paolo II" che è stato svuotato di quelle poche unità di cui disponeva (a partire dal primario Giuseppe Tulumello) perché bisognava scongiurare il rischio di generare il reato di interruzione di pubblico servizio al "San Giovanni di Dio" di Agrigento, reparto dal quale ben quattro medici si erano dimessi andando a lavorare dal privato. Che poi questa interruzione di pubblico servizio si sia generata all'ospedale di Sciacca, poco è importato, a partire da una direzione generale dell'assessorato alla Salute che, eppure, aveva inizialmente pubblicamente censurato la delibera che trasferiva il dottor Tulumello da Sciacca ad Agrigento. È una delle questioni, questa, su cui il Comitato civico per la Sanità si ostina a chiedere chiarimenti e ad invocare interventi anche rispetto alla necessità di accertamenti anche di natura giudiziaria che, però, continuano a non arrivare o dei quali, quanto meno, si continua a non avere alcuna notizia.
Dicevamo che il caso Ortopedia è il paradigma dei problemi in cui versa l'ospedale di Sciacca. E lo pensa anche Margherita La Rocca Ruvolo, che già ieri sera era intervenuta manifestando la sua soddisfazione per l'annunciata riattivazione dell'Ortopedia a Sciacca Ospedale di Sciacca. La quale, oltre a rivolgere un plauso al direttore generale Capodieci, "nel cui lavoro per migliorare i servizi sanitari nella nostra provincia ho sempre creduto”, - dice la sindaca di Montevago -. Che tuttavia ha subito aggiunto di avere già detto più volte al manager, ribadendolo anche negli ultimi giorni, di ritenere necessario provvedere con urgenza all'indizione del concorso per i primari dei reparti di Chirurgia generale e di Urologia del presidio ospedaliero saccense. Posti che non possono restare sguarniti. Inoltre - aggiunge La Rocca Ruvolo - bisogna dare un’accelerata ai lavori del pronto soccorso e far sì che i reparti funzionino. L’ospedale di Sciacca, per il riconoscimento ottenuto come Dea di I livello e per la sua posizione geografica a cavallo fra tre province, merita la massima attenzione”.
Intanto, sempre all'ospedale di Sciacca, è in funzione da qualche giorno una nuova risonanza magnetica, che garantisce immagini diagnostiche di alta qualità grazie alla sua tecnologia di ultima generazione. Anche questo annuncio è stato fatto da Capodieci. I problemi dell'ospedale di Sciacca continuano a preoccupare la popolazione. Chi è costretto a ricorrere alle cure del "Giovanni Paolo II" si preoccupa due volte, una per la patologia di cui è affetto, l'altra per l'ingresso in un girone dantesco, con pochi operatori sanitari e con reparti quasi al limite dell'off limits, dove ottenere un ricovero è una vera e propria impresa. Resta centrale l'attesa della nuova rete ospedaliera, dopo la questione delle nomine dei direttori sanitari ed amministrativi, che vede i politici al centro di trattative frenetiche. Una nuova rete ospedaliera che potrebbe essere una specie di 'operazione verità' dopo tutti i dubbi e le incertezze scattate dopo che alla fine del 2023 era uscita quella bozza di lavoro che indicava Sciacca come ospedale di base, per poi ritirare tutto e negare l'evidenza. E si attende che i deputati rispondano alla richiesta del Comitato civico per la Sanità di effettuare un'ispezione nell'ospedale di Sciacca.