un progetto esecutivo da 1,6 milioni di euro volto alla riqualificazione dell'area ex baraccopoli nota nella vulgata come "La Fossa del Leone" e di via Po, cogliendo in tal senso un'opportunità contenuta in un decreto di un mese fa dell'assessorato regionale Acqua e Rifiuti, che destina fondi europei a favore di interventi di bonifica di aree contaminate. Stiamo parlando della zona dove da tempo si trova eternit e che lo scorso 31 luglio c'è stato un incendio, inducendo i carabinieri a sottoporre il terreno a sequestro. Il sindaco Gaspare Viola era intervenuto smentendo che quell'area fosse una discarica di amianto, denunciando un presunto danno d'immagine contro il suo comune a poche ore dalla serata di gala del premio letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Oggi Viola interviene pubblicamente, oltre che per dare la notizia del progetto presentato, anche per evidenziare che questo rappresenta l'ultimo atto di una programmazione urbanistica tenacemente perseguita negli ultimi decenni dal comune, sicuramente a partire dal 2002, volta a mettere in sicurezza la popolazione e a riqualificare le aree interesssate, nella consapevolezza - osserva il primo cittadino - della necessità inderogabile di un finanziamento regionale o nazionale risolutivo.
Sull'amianto, Viola precisa che questo deriva dai moduli abitativi consegnati come alloggi provvisori dallo Stato (si riferisce alle baracche) ai fini di una sistemazione temporanea che si è perpetuata per un trentennio, originando un'esperienza abitativa che ha segnato la sotira della comunità ed è oggi rievocata e custodita nel Museo della Memoria.
Il progetto presentato alla Regione ha visto coinvolto l'ufficio tecnico del comune con quello che viene definito "prezioso apporto professionale" fornito dall'ingegner Giovanni Argiroffi acquisito a tempo determinato dal comune con fondi del Pnrr, e dall'ingegnere Elio Mauceri. Un progetto - conclude Viola - particolarmente apprezzabile, tenuto conto che si è innestato nel novero delle numerose ordinarie emergenze, ed è stato compresso nei 30 giorni della scadenza imposta dall'avviso.