allo scorso anno. Colpa, nemmeno a dirlo, della siccità e della persistente crisi idrica. L'assenza di acqua, ovviamente, non colpisce unicamente gli usi potabili e agricoli, ma anche quelli zootecnici con gli animali letteralmente assetati. In questo momento, insomma, non si guarda tanto alla produzione, ma a mantenere in vita il patrimonio zootecnico, frutto del lavoro e della costanza di generazioni di pastori.
A confermarlo all'Ansa due produttori, Luca Cammarata che alleva capre di razza girgentana, e Liborio Mangiapane che, invece, si occupa di bovini di razza modicana. Entrambe le razze sono tutelate dal Presidio Slow Food.
Tutti gli animali da allevamento soffrono per le elevate temperature, che da settimane superano frequentemente i 40 gradi, per la poca d’acqua e per la desertificazione del territorio dove fino a poco tempo fa erano soliti pascolare. Una situazione difficile che va avanti almeno da maggio. Calo di produzione che, ovviamente, va di pari passo con la contrazione economica che subiranno tutte le aziende del settore. La crisi zootecnica, come spiegano Cammarata e Mangiapane, è dovuta, soprattutto, a questa condizione di crisi idrica prolungata nel tempo, che abbraccia ormai gli ultimi cinque mesi. Gli animali devono bere tutti i giorni.
Una azienda di medie dimensioni abbisogna almeno di circa diecimila litri di acqua al giorno. Le autobotti messe a disposizione dal Consorzio di Bonifica stanno tamponando la situazione, ma anche i produttori quotidianamente vanno a riempire acqua dove possono. Chi è in grado, previa autorizzazione, sta realizzando dei bacini artificiali che possano raccogliere l'acqua piovana, ma serve che piova e copiosamente.
Da Cammarata e Mangiapane, infine, un appello al governo regionale: "Costruite laghi, fate la manutenzione delle infrastrutture esistenti, aumentate la capacità di invasamento facendo la pulizia dei bacini e curate anche i sistemi di pompaggio".