ha approvato ieri sera la variazione di bilancio necessaria ad istituire un capitolo di spesa (importo iniziale 150 mila euro) per effettuare interventi sostitutivi (che dovrebbe fare Aica ma che non fa) sulle numerose rotture della condotta idrica che causano così tante perdite di acqua su tutto il territorio comunale. L'obiettivo è di scalare la somma investita dagli oneri dovuti dal comune nei confronti dell'Azienda idrica comuni agrigentini, compresi gli importi della rata di mutuo che si sta sostenendo per restituire la quota di prestito ponte a suo tempo garantito dalla Regione Siciliana per l'avvio di Aica. La delibera approvata ieri sera è già stata resa immediatamente esecutiva. Adesso occorre che Aica dia il proprio assenso all'operazione, perché pozzi e reti idriche, ancorché ricadenti sul territorio comunale, sono gestiti dalla società d'ambito.
L'approvazione della variazione di bilancio è arrivata al culmine di un ampio dibattito, che si è dipanato in un clima tutto sommato sereno tra gli schieramenti. Al centro della discussione tutte le criticità di Aica, la crisi idrica in cui versa la città di Sciacca, malgrado Sciacca sia il serbatoio della provincia, con il 60% di acqua di tutta la provincia proveniente dal nostro comune. Una gestione pubblica dell'acqua che, anche solo come principio basilare, si scontra con la gestione privata di Siciliacque, a cui la Regione nel 2004 affidò gran parte degli impianti. Un sistema che non funziona per diverse ragioni, ha detto Fabio Termine, ribadendo l'intenzione di segnalare alla Corte dei conti i comuni che non hanno mai versato la propria quota di prestito ponte, che non hanno mai messo a disposizione nemmeno la quota societaria, che non pagano le bollette di Aica per le utenze municipali. La riduzione dell'erogazione da parte di Siciliacque ha generato a cascata quella di Aica. "Ma i tagli orizzontali sono sbagiati, noi non siamo un comune uguale a tutti gli altri, perché fino a fine ottobre qui il Turismo avrà un ruolo determinante", ha detto Termine. Confermato dunque che si chiederà che la maggior parte della nuova risorsa idrica disponibile con l'attivazione dei pozzi 3 e 4 di Grattavoli dovrà rimanere a Sciacca. Per il sindaco l'ammissione di Salvo Cocina che Aica non esiste più è raccapricciante, ma se è questa la realtà che si è configurata vuol dire che a fallire è stata la Regione, non certo i sindaci.
Dai banchi del centrodestra, con Carmela Santangelo, Lorenzo Maglienti e Nino Venezia, a cui si è poi aggiunto l'indipendente Maurizio Blò, sono venute sollecitazioni a istituire un ufficio comunale a disposizione degli utenti, ai quali spesso Aica non risponde. Segnalato da più parti l'aumento dei costi di acquisto e trasporto dell'acqua a carico dei cittadini, ma senza che in bolletta sia stata adottata alcuna decurtazione, al contrario di quanto era stato stabilito. "Cittadini lasciati soli", ha detto Brucculeri. Il sindaco è stato invitato da Calogero Bono a difendere il territorio. "La politica è immatura, si occupa solo di conquistare posti di sottogoverno per gli amici degli amici, e non c'è differenza di schieramento", ha detto Ignazio Bivona riferendosi all'occupazione quasi militare dei vertici di Aica e dell'Ati. "A noi non interessano le schermaglie tra centrodestra e centrosinistra", ha aggiunto Filippo Bellanca, parlando di gestione scorretta dell'acqua da parte di Aica. Giuseppe Catanzaro ha accusato l'amministrazione di avere fatto trascorrere due anni inutilmente.
Dal centrosinistra Ruffo ha ribadito che bisogna difendere la gestione pubblica dell'acqua, mentre Alessandro Curreri ha accusato Aica di bullizzare Sciacca, perché la lotta va fatta nei confronti dei comuni morosi. Ancora, Curreri ha svelato nuovi indebitamenti della gestione pubblica nei confronti di una gestione privata, quella di Siciliacque, che ha fatto l'impresa incassando bollette e fondi europei, non mettendoci neanche un centesimo di capitale. Tutti i consiglieri comunali hanno invocato l'attivazione del cosiddetto "controllo analogo" da parte del comune nei confronti di Aica.