tra l’Università di Palermo ed il Consorzio Universitario Empedocle di Agrigento. La prima rivendica un credito di oltre 8 milioni di euro, il secondo ne contesta l'importo. Una vicenda che oggi registra l'intervento del segretario generale della Cgil di Agrigento Alfonso Buscemi che lancia l'allarme sul futuro del polo universitario agrigentino. Durante la presidenza di Nenè Mangiacavallo, osserva la Cgil, si erano create le condizioni per una transazione come premessa per continuare l’ottimo lavoro avviato per il rilancio dell’Università agrigentina. Adesso il problema rischia di ripercuotersi, come al solito, sulle famiglie. Per tali ragioni, prosegue Buscemi, chiediamo uno scatto di orgoglio al governo della Regione, ai deputati del centro destra agrigentino che lo sostengono, a tutta la deputazione regionale del territorio, ai soci, alla Camera di Commercio, ai comuni di Agrigento, Raffadali, Aragona, Racalmuto e Bivona per non consentire, ancora una volta di infierire sugli agrigentini e non solo. Di conseguenza, prosegue la nota della Cgil, chiediamo di arrivare subito ad un accordo transattivo (senza il quale, in caso di vittoria dell'Università di Palermo, ci sarebbe il fallimento dell’Università agrigentina), la nomina di un presidente che si possa occupare a tempo pieno della nostro polo universitario, e di continuare l’ottimo lavoro fatto dal precedente Consiglio di Amministrazione, conclude il rappresentante sindacale, attraverso un approccio strategico che possa attrarre più studenti, migliorare la qualità dell'insegnamento e della ricerca, e rafforzare il legame con il territorio e il mondo del lavoro.