la vicenda dell'assessore Antonino Certa acuisse lo scontro politico e mettesse in difficoltà Fabio Termine. A dieci mesi dall'ingresso all'interno della giunta, subentrato a Gianluca Fisco (con tanto di contestuali dimissioni da consigliere comunale), appare difficile che il primo cittadino possa continuare con uno stato di cose che, oggettivamente, anche a lui deve apparire sempre più difficilmente gestibile.
La questione personale (peraltro positiva) di Antonino Certa, non poteva che generare un caso politico. E già più volte, nel corso delle ultime sedute del consiglio comunale, dai banchi dell'Opposizione sono venute le prime critiche su una situazione inaccettabile. Oggi a prendere posizione è la Democrazia cristiana di Sciacca, che in una nota firmata dal segretario Giuseppe Milioti, che premette stima personale e auguri per le esperienze lavorative di Certa, accusa Fabio Termine, ricordando come, in campagna elettorale, definì il progetto del suo avversario Ignazio Messina "un quaràro" che sarebbe stato ostaggio di tutte le parti politiche che lo sostenevano.
Eppure il caso Certa secondo Milioti dimostra che Fabio Termine è ostaggio del Pd, e questo (unito al fatto che non si può immaginare che un assessore di Sciacca possa esercitare il suo ruolo da remoto) ne acclara il fallimento politico del progetto presentato nel 2022, ben lontano dai cambiamenti politici che si promettevano all'elettorato, prendendo in giro la città. Accuse durissime, che probabilmente si rifletteranno sui prossimi lavori consiliari, quelli in programma giovedì 19 settembre prossimo.
Ricapitolando: Antonino Certa nei mesi scorsi ha vinto un concorso nella pubblica amministrazione. Fatto, questo, che ne ha reso necessario il trasferimento fisico nella sede lavorativa indicata. Destinazione specifica: il Piemonte. Ma alla presa possesso del suo nuovo posto di lavoro, non sono ancora corrisposte le dimissioni da assessore. "Deve completare il periodo di prova, nel frattempo ci segue a distanza": avevano provato a minimizzare così i vertici del Pd. Anche il sindaco aveva sostanzialmente evidenziato che non ci fossero grossi problemi. Ma Certa ha delle deleghe tutt'altro che secondarie: Patrimonio e Polizia municipale su tutte. Poi ci sono anche la Manutenzione delle strade urbane e Verde pubblico, Trasporti e Diritto alla casa. Dopo Gianluca Fisco e Francesco Sabella (a quest'ultimo subentrò Fabio Leonte) il sindaco si ritrova con un altro problema da risolvere. Problema che riguarda essenzialmente il Partito Democratico e i suoi equilibri interni. È evidente che Certa non possa continuare a fare l'assessore dal Piemonte. Ne sono consapevoli tutti. Fabio Termine aspetta che il Pd si decida. Seguendo il metodo precedente, caldeggiato dal deputato regionale Michele Catanzaro in persona, si dovrebbe proseguire con lo scorrimento della lista concorrente alle ultime elezioni amministrative. Pare di capire che il nome più accreditato per subentrare a Certa sia quello di Giuseppe La Bella. A sua volta subentrato in consiglio comunale proprio al posto di Certa. La preferenza sarebbe spettata a Giuseppe Ruffo, che però non avrebbe intenzione di accettare. Se entrerà in giunta La Bella si dimetterà da consigliere comunale, e il suo posto verrà preso da Calogero Catanzaro, il primo dei non eletti.