quelle del 2022, il centrodestra di Sciacca comincia a riflettere sulle future prospettive politiche. Che non necessariamente corrispondono al 2027, data di scadenza dell'attuale consiliatura. In un ambito nel quale i numeri in consiglio comunale sono apparentemente maggioritari nei confronti del gruppo che amministra, è al tempo stesso evidente come il contesto ufficialmente alternativo all'amministrazione Termine si componga ad oggi di diverse anime, perfino all'interno degli stessi singoli partiti dove, se in qualche caso non mancano i distinguo, in qualche altro non difettano i contrasti veri e propri.
Ma nel frattempo, tanto per movimentare la scena, qualcosa comincia a muoversi al di fuori di Sala Falcone Borsellino. È questione di giorni e, stando ai rumors, l'ex consigliere ed assessore Salvatore Monte presenterà un nuovo soggetto politico, ancorché, molto probabilmente, sotto forma di associazione civica. L'estate è finita, e Monte dunque può togliere i panni artistici, a lui molto congeniali, per prepararsi ad un ritorno in grande stile nella politica attiva. Anche se al momento lo farà da una posizione extraconsiliare. Il regista e attore sa di essere un attrattore di consensi ed attenzione, per tutto quello che è in grado di proporre e per la non indifferente quantità di persone che è in condizione di coinvolgere. Ha, dalla sua, anche un interessante "cerchio magico" di fedelissimi, Salvatore Monte, sempre pronti a sostenerne le posizioni. E allora, si sarà domandato: perché non approfittarne per tornare in campo? Sarebbe, per Monte, un ritorno in un'associazione civica, lontano da "Sud chiama Nord" di Cateno De Luca, anche se lui dice che una cosa è la politica regionale (comunque non pare che in questi anni Monte sia stato un avanguardista delle battaglie del sindaco di Taormina), tutt'altra cosa è la vita cittadina. E così, dopo la rottura con Fabrizio Di Paola e con Sciacca al Centro, Monte è pronto a tornare sulla ribalta.
A questa operazione guarderanno con interesse naturalmente tutti, non necessariamente con intenti collaborativi, s'intende. Si potrebbe pensare che l'associazione di Monte sia già rappresentata in consiglio comunale dall'avvocato Ignazio Bivona, l'ultimo rappresentante rimasto della Lista Messina, dopo gli addii di Raimondo Brucculeri, Clelia Catanzaro e Luca La Barbera, che, com'è noto, hanno scelto strade diverse. È chiaro che l'operazione di Monte creerà subbuglio all'interno dello schieramento. È di tutta evidenza anche che si tratterà di un'operazione tutt'altro che civica. L'ipotesi prevalente è un traghettamento verso le prossime elezioni amministrative, alle quali si potrebbe presentare con un proprio simbolo. Elezioni amministrative a cui, stavolta, il centrodestra vuol provare ad arrivare più preparato di quanto non lo sia stato nel 2022.
Ma, come si diceva, non è automatico pensare ad un progetto che guardi alla scadenza naturale dell'attuale consiliatura. Si potrebbe anche profilare un'idea di mozione di sfiducia nei confronti di Fabio Termine, nel tentativo di anticipare i tempi. Ma dopo il flop clamoroso durante l'amministrazione Valenti, stavolta il centrodestra dovrà fare bene i conti, per evitare di incorrere in qualche brutta figura. Il centrodestra di Sciacca da qualche tempo si sta confrontando sulle migliori strategie. Il gruppo apparentemente egemone, quello della Democrazia cristiana, configura una formazione diversa da quella romana. Eppure anche a Sciacca, stando a quanto si dice, Forza Italia intenderebbe perseguire strade diverse da quelle battute dai rappresentanti del capogruppo della Dc all'Ars Carmelo Pace e da Fratelli d'Italia.
Se a Roma Tajani sta infastidendo Meloni e Salvini con la storia dello Ius Scholae, a Sciacca i consiglieri Clelia Catanzaro e Alessandro Grassadonio sembrano avere visioni più moderate, dalla vertenza ospedale agli stessi rapporti con Fabio Termine. Ci sono poi gli indipendenti Blò e Brucculeri, che da qualche tempo fanno squadra a sé, con posizioni a loro volta distanti da quelli del resto dello schieramento. Può, dunque, una configurazione del genere, essere da viatico verso un'ipotetica mozione di sfiducia? Si vedrà. Il ritorno di Monte sulla scena, ricorrendo al gergo militare, sembra quello di un "guastatore": una personalità in qualche modo ingombrante ma di cui, al tempo stesso, in molti considerano la necessità.
In definitiva: non sempre l'opposizione unisce. Ma se Atene piange, Sparta non ride. Anche Fabio Termine infatti ha le sue gatte da pelare. Il rapporto con il Pd, sebbene privilegiato, rischia infatti di creargli più di qualche problema, come rivela d'altronde lo stallo in cui è precipitata la vicenda dell'assessore Certa. Ma di questo argomento torneremo ad occuparci al più presto.