il giudice ragazzino ucciso dalla stidda a colpi di arma da fuoco 34 anni fa, all'età di 37 anni, in un agguato mafioso mentre con la sua vecchia ford fiesta, da solo e senza scorta, la mattina del 21 settembre del 1990 si stava recando al Tribunale di Agrigento. E sono tante le iniziative per ricordare il sacrificio del giudice, proclamato beato il 9 maggio del 2021 nella cattedrale di Agrigento, il primo magistrato beato nella storia della Chiesa Cattolica. A mezzogiorno c'è sata una cerimonia sul luogo dell'agguato, in contrada San Benedetto lungo il vecchio tracciato della strada 640, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, con deposizione di corone di fiori alla "stele Livatino". In occasione del 34esimo anniversario della sua morte, inotre, l'associazione "casa museo giudice Livatino" garantirà per la giornata odierna la fruibilità della casa della famiglia in viale Regina Margherita 166 a Canicattì. La casa, che fa parte dell’associazione nazionale case della memoria, sarà aperta al pubblico tutto il giorno, anche senza prenotazione. Nell’occasione, verrà siglato un accordo tra l'associazione, custode della casa in cui il giudice ha vissuto tutta la sua vita insieme ai genitori, e la famiglia Terrana, custode della Ford Fiesta in cui il giudice viaggiava il giorno dell'agguato. L’iniziativa gode del patrocinio del Comune di Canicattì. “Magistrato coraggioso, uomo di fede, servitore dello Stato, Livatino ha pagato con la vita il suo impegno nella lotta contro la criminalità organizzata. Sono le parole del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in ricordo della figura del giudice Rosario Livatino. Con le sue indagini, ha proseguito Piantedosi, fu tra i primi ad individuare gli stretti collegamenti che legavano malavita e gruppi imprenditoriali, dando così nuova linfa all’azione di contrasto alle mafie. Ricordiamo oggi il suo sacrificio perché i valori che lo ispirarono continuino ad essere un faro di speranza e un esempio per tutti coloro che, opponendosi alle logiche della prevaricazione e della violenza, sono impegnati ogni giorno a difesa della legalità e della giustizia”, ha concluso il Ministro dell’Interno. A Rosario Livatino, nello scorso mese di maggio è stato anche intitolato il parco in contrada Gasena, lungo la strada statale 640, nei pressi del luogo dell’agguato al magistrato canicattinese.