a sito sottomarino Unesco è del dottor Domenico Macaluso, che tra i suoi tanti incarichi, che ne rappresentano l'anima subacquea e di cultore della storia, da qualche tempo ha assunto anche quello di coordinatore per la Sicilia della Scuola di Alta formazione e Ricerca dell'Unesco. La proposta l'ha formulata al recente G7 Agricoltura e Pesca di Sicacusa. La proposta trae spunto dal fatto che la straordinaria ricchezza biologica di Ferdinandea, tuttora in sofferenza anche a causa dei cambiamenti climatici, rischia la desertificazione. Ad aggravare il pericolo legato alla sostituzione delle specie marine endemiche con quelle alloctone, fenomeno che sta interessando anche quest’area del Mediterraneo, subentra ancora un volta il fattore antropico: nel corso dell’ultima crociera nel banco di Graham, per realizzare le prime immagini di quei fondali a 360° e in 3D, lo staff di cui faceva parte lo stesso Macaluso ha rinvenuto decine di boe attorno al cratere di Ferdinandea, elementi di una rete a circuizione.
Due pescherecci non italiani pattugliavano quelle acque, infastiditi dalla nostra presenza. Data la peculiare valenza dei resti del vulcano Ferdinandea come delicatissimo ecosistema, come laboratorio di geologia ma anche come testimonianza storica passata e recente del confronto tra nazioni relative alla sovranità su una nuova terra, conformemente agli obiettivi perseguiti dell’Unesco, agenzia delle Nazioni Unite creata con lo scopo di promuovere la pace tra le nazioni mediante la scienza, la cultura e l'informazione, Evitando un confronto con altre Nazioni, su spinose ed ostiche questioni di Diritto Internazionale relative alla pesca in questo tratto di mare sito a circa 23 miglia dalle coste della Sicilia sudoccidentale, si intende con questa iniziativa tutelare una piccola ara marina, ma straordinaria ed unica nel Mediterraneo; quest’area di rispetto non deve inficiare le attività di pesca di nessuna nazione, se praticata in modo sostenibile, in quanto l’area in oggetto si estenderebbe ad una limitatissima area del banco di Graham, dove le peculiari caratteristiche orografiche dei fondali, irte di picchi basaltici, non consentono la pesca a strascico. Alcune aree marine oceaniche extraterritoriali, sono già attenzionate dall’UNESCO, come il Mar dei Sargassi ed il Costa Rica Thermal Dome, mentre la Grande Barriera Corallina australiana è già uno dei 1052 siti Patrimonio dell’Umanità; se bisogna tutelare gli ambienti marini che presentano un rilevante interesse per le loro caratteristiche naturali, geomorfologici, fisici, nonché per l'importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono, questo tratto di stretto di Sicilia che accoglie nei suoi fondali i resti del vulcano Ferdinandea, ha tutte le caratteristiche per essere candidato a rappresentare un’area marina da proteggere e tutelare. Ferdinandea continua a suscitare interessi territoriali nonostante non esista e se le finalità dell’UNESCO sono quelle di promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni con l'istruzione, la scienza, la cultura, l'educazione e l'informazione per promuovere "il rispetto universale per la giustizia, per lo stato di diritto e per i diritti umani e le libertà fondamentali" quali sono definite e affermate dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Ferdinandea sembra rappresentare l’emblema della pace e della comprensione fra i popoli e pertanto dell’UNESCO.