Il presidente della Regione ha ribadito che è necessario puntata sulla risorsa dell’isola, l’acqua del mare, per far fronte ad una crisi idrica quest’anno senza precedenti, ma che potrebbe avere conseguenze gravi anche in futuro. “Ormai con la desertificazione e con le mutazioni climatiche dobbiamo cominciare a guardare al tema del riutilizzo delle acque del mare. Lo hanno fatto paesi come Dubai e gli Emirati arabi, dove non piove mai” ha detto il governatore Schifani aggiungendo che la Sicilia deve cominciare a guardare con coraggio e con convinzione alla soluzione del problema attraverso l’utilizzo dell’acqua del mare, la desalinizzazione e grossi impianti di potabilizzazione. Uno scenario obbligatorio che punti ai dissalatori (al momento sono previsti a Porto Empedocle, Trapani e Gela, ma anche ad interventi radicali che debbono riguardare le reti idriche. La ricerca di nuove fonti o l’attivazione dei dissalatori, infatti, si scontrerebbe comunque con la fatiscenza degli impianti che porta ad una dispersione dell’acqua non più sopportabile.
Un recente dossier elaborato dal dipartimento economia del Pd, guidato dall’ex parlamentare Franco Piro ha evidenziato come in Sicilia la media dei consumi idrici sia del 36% rispetto al 15% della media nazionale. Siciliani spreconi? Come è possibile se poi ci sono città (vedi Agrigento) dove l’acqua arriva una volta al mese. Secondo gli estensori del documento maggiori consumi si spiegano solo in minima parte con lo spreco d’acqua e sono prettamente legati alle pessime condizioni delle reti idriche. Lo spreco avviene a causa delle tante rotture e a Sciacca siamo ben consapevoli degli ingenti quantitativi che si perdono lungo la condotta invece di arrivare nelle abitazioni.
Situazione che adesso è diventata insopportabile.